‘La memoria non come concetto vuoto, ma come palestra che permetta alle giovani generazioni di sapere e capire e fare in modo che certe atrocità non avvengano mai più’. È questo il messaggio forte che il sindaco di Servigliano, Marco Rotoni vuol dare in questa giornata simbolo di un’epoca, da un luogo che ne è stato teatro come il campo di prigionia, oggi campo della pace. Per celebrare la memoria, si è tenuto un incontro a distanza, a causa della pandemia, con gli studenti dell’ITI Montani di Fermo. Il direttore della Casa della Memoria, Giordano Viozzi ha portato la testimonianza di un protagonista importante della cosiddetta resistenza civile, Uriel Breit, un ebreo tedesco, aiutato con la famiglia, a scampare alla deportazione nei campi di concentramento. Sono state 30 su 61 le persone che vennero salvate dalla popolazione di Servigliano e dei comuni vicini, mentre gli altri 31 conobbero lo sterminio nazista e solo tre si salvarono. Delle baracche che ospitarono i prigionieri, e che sono ricostruite in un plastico nella Casa della Memoria, ne resta soltanto una, il refettorio, che presto verrà restaurata grazie ad uno stanziamento di 303 mila euro e diverrà uno spazio espositivo.