Un nonnino di 92 anni, residente a Valle Castellana,è stato rinviato a giudizio dal tribunale di Ascoli per aver percepito indebitamente il Cas, il contributo per l’autonoma sistemazione, dopo il terremoto del 2016. L’anziano deve rispondere delle ipotesi di reato di malversazione ai danni dello Stato e falso ideologico commesso in atto pubblico. Sono reati che possono comportare, in caso di colpevolezza, una condanna fino a quattro anni. Il Cas è stato previsto per chi ha avuto l’abitazione principale inagibile a causa del terremoto di cinque anni fa ed è stato costretto a trovarsi un’altra sistemazione, non volendo vivere in albergo. L’accusa che il magistrato muove all’anziano assistito dagli avvocati Umberto Gramenzi e Silvia Morganti è di aver indebitamente riscosso da aprile 2017 a marzo 2020 il contributo per l’autonoma sistemazione, incassando un importo complessivo di circa 36mila euro. In base a quanto emerso dalle indagini, nel fare richiesta del Cas l’anziano avrebbe dichiarato di abitare e vivere stabilmente in una casa nei Monti della Laga divenuta inagibile a causa delle scosse telluriche di quattro anni fa. Una dichiarazione che per la magistratura ascolana sarebbe falsa, nel senso che non risulta che l’anziano abbia vissuto stabilmente in quella casa, dove invece si recava solo di tanto in tanto. Requisito fondamentale per ottenere il contributo è infatti che si tratti effettivamente di un’abitazione principale.