Ieri, nel Laboratorio di Virologia dell’AO Ospedali Riuniti di Ancona – UNIVPM, nell’ambito della sorveglianza epidemiologica molecolare effettuata a campione randomizzato sui tamponi positivi provenienti da tutte le Marche, è stata identificata una variante finora non descritta in Italia.
Tale variante, rilevata nei tamponi di due persone non apparentemente correlate provenienti dalla provincia di Pesaro-Urbino, è stata identificata tramite sequenziamento nucleotidico della proteina Spike e confrontata con i database internazionali.
Si tratta di una variante che era stata identificata a New York negli Stati Uniti a novembre (a cui è stato attribuito il nome di B.1.526), e che si è poi diffusa gradualmente in quel paese, costituendo attualmente oltre il 12% dei contagi a New York.
La variante è caratterizzata dalla mutazione E484K, che insiste sul sito di legame con il recettore, oltre ad altre 5 mutazioni aminoacidiche sulla stessa proteina. Al momento non ci sono evidenze scientifiche sull’eventuale capacità di questa variante di evadere la risposta neutralizzante suscitata dagli attuali vaccini.