“Noi pensiamo che delocalizzare in Polonia per abbattere il costo del lavoro sia, in realtà, una scorciatoia. Il costo del lavoro incide fra il 16 e il 30% e ci sono altri modi per ridurlo come, a esempio, puntare maggiormente sulla formazione dei lavoratori”. Così a Fabriano il segretario nazionale Fim Cisl, Massimiliano Nobis, durante il tour promosso per illustrare i contenuti dell’ipotesi di accordo del contratto nazionale dei metalmeccanici, sulla vertenza Elica. L’azienda ha annunciato un nuovo piano di riorganizzazione che prevede 409 esuberi su 560 dipendenti del comprensorio, chiusura dello stabilimento a Cerreto D’Esi e delocalizzazione del 70% delle produzioni effettuate nei siti di Fabriano, Cerreto e Mergo. “La zona del fabrianese si caratterizza per il ‘Made in Italy’ che non è un’etichetta – sottolinea Nobis -, ma un saper fare riconosciuto in tutto il mondo e che va valorizzato e non delocalizzato. Fabriano è una terra che porta il nome dei Merloni ben impresso e che ha tenuto finché è stato valorizzato. Dobbiamo fare il possibile affinché si torni a farlo”. Con riferimento al ministero dello sviluppo economico e al ministro Giancarlo Giorgetti, Nobis ricordato che i sindacati sono “in attesa di convocazione al Mise per Elica e per tutti i 61 tavoli di crisi aziendali aperti che coinvolgono il futuro di quasi 60mila lavoratori”.