Domenico Serafino è sempre più solo dopo le dimissioni del responsabile amministrativo rossoblù, Massimo Collina (clicca qui). Il suo primo collaboratore ha alzato bandiera bianca. Quello che la settimana scorsa si è presentato allo stadio per pagare la trasferta di Verona, salvo poi avere un faccia a faccia con la cinquantina di ultras piombata al Riviera delle Palme (successivamente è arrivato anche lo striscione di minacce). Quello che ha provato a portare avanti la serie di trattative per la cessione, finora infruttuose, del club di Viale dello Sport.
Serafino dalla sua Rho, in via di guarigione dal Covid, nelle prossime ore deve decidere se insistere con l’andare avanti nonostante tutto o invece arrendersi anche lui. Collina negli ultimi giorni lo avrebbe invitato più volte a portare i libri in Tribunale, a staccare la spina, a interrompere un’agonia che dura da un mese. Ma Serafino niente. Almeno, non ancora.
Anzi il produttore musicale di origini calabresi adesso potrebbe rilanciare, depositando i 25mila euro pretesi dal Tribunale a cauzione del concordato in bianco presentato la settimana scorsa. Oggi non l’ha fatto, domani chissà, perché la mossa di Collina lascia intendere che Serafino abbia reperito la somma richiesta dai magistrati. C’è tempo fino alla giornata di sabato.
Sono ore di attesa a San Benedetto. La città tifa per il fallimento tecnico, l’unico modo per salvare titolo sportivo e categoria. Il presidente rossoblù ha tutti contro, ma siccome in ballo c’è anche il destino della sua Sudaires, la partecipata al 100 per cento della Samb, continua a non darsi per vinto. E se Serafino rispetta la scadenza, il tormento rossoblù prosegue.