Si è aperto al Tribunale di Ancona il secondo filone processuale della strage di Corinaldo legato al rilascio dei permessi, alla proprietà e alla gestione della struttura dove nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018 morirono alla Lanterna Azzurra 5 adolescenti ed una mamma 39enne. Diciannove gli imputati accusati di omicidio colposo plurimo, lesioni anche gravissime, falso e disastro colposo.
Complessivamente, sono una cinquantina circa le parti civili che si sono costituite, rispetto alle 210 parti offese, mentre nel corso dell’udienza davanti al gup Francesca De Palma, si sono profilate due ipotesi di patteggiamento e 5 ipotesi riti abbreviati. Si tratta di ipotesi, perché non sono state ancora formalizzate. La Commissione di Vigilanza, andrà invece a dibattimento.
Tra gli altri, in aula anche il sindaco di Corinaldo Matteo Princi-pi che figura tra gli imputati come membro della Commissione di Vigilanza che nel 2017 rilasciò l’autorizzazione per lo svolgimento di pubblici spettacoli nel locale. Secondo i pm Paolo Gubinelli e Valentina Bavai, il locale non garantiva le condizioni di sicurezza necessarie allo svolgimento di pubblici spettacoli.
Il sindaco non chiederà riti alternativi, ma il rito ordinario, come sottolineato dal suo legale Marina Magistrelli.
Al Tribunale di Ancona erano presenti i familiari delle vittime ed i loro legali che si sono lamentati perché costretti ad entrare ed uscire dall’Aula a gruppi di cinque per esigenze sanitarie. Intanto, il fratello di Benedetta Vitali e l’avvocato della famiglia, continuano a chiedere giustizia.
L’udienza è stata aggiornata al prossimo 30 settembre.