Un’attività investigativa che trae origine da due episodi avvenuti la notte del 14 agosto 2018 e alle prime ore del 18 novembre dello stesso anno, a Città Sant’Angelo (Pescara) ai danni di un imprenditore del luogo. Il primo riguarda l’incendio di un autocarro e il danneggiamento di un’autovettura colpita da un colpo di pistola a un pneumatico, mezzi entrambi in uso alla vittima; il successivo riguarda l’esplosione di un potente ordigno rudimentale collocato davanti all’abitazione dell’imprenditore. Le indagini portate avanti dai carabinieri della compagnia di Montesilvano hanno portato all’arresto dei mandanti e degli esecutori materiali di tali attentati. Cinque in tutto: tre in carcere e due ai domiciliari.
A questi si aggiungono venti persone denunciate in stato di libertà più il sequestro di beni del valore di centinaia di migliaia di euro. I militari parlano di “un sodalizio criminoso” tra Pescara e Montesilvano che farebbe capo a un pregiudicato pugliese, considerato l’autore di una serie di gravi minacce e atti intimidatori ai danni di un imprenditore. Una vasta inchiesta diretta dal pm Andrea Di Giovanni. Fondamentali, ai fini delle indagini, le immagini dei sistemi di videosorveglianza dove si sono verificati i fatti, che hanno permesso ai carabinieri di identificare il pregiudicato. Poi le intercettazioni.
Secondo la ricostruzione dei militari, il pregiudicato assieme a un cittadino albanese, puntava ad acquisire attività commerciali “mediante condotte tipicamente estorsive”. Sono 70 le truffe accertate dai carabinieri nei confronti di imprenditori del Pescarese e del Teramano, ma anche di altre regioni italiane (Emilia Romagna, Marche, Umbria, Lombardia) per un giro d’affari totale che sfiora un milione di euro.