Sfilata di testimoni, ieri mattina, dinanzi ai giudici della Corte d’Assise di Macerata per l’udienza fiume del processo a carico di Pavlina Mitkova, la 39enne bulgara accusata di aver ucciso la figlia Jennifer, sei anni, e di aver simulato l’incendio nella sua casa di Servigliano per depistare le indagini. I fatti si riferiscono alla notte tra il 7 e l’8 gennaio 2020 quando alla centrale dei vigili del fuoco arrivò la richiesta di intervento per un rogo divampato in un appartamento di via Circonvallazione Cluentina. Teste durante l’udienza di ieri, il tenente colonnello dei vigili del fuoco Marco Lambruschi che ai giudici ha ribadito il contenuto della consulenza tecnica svolta su incarico della Procura, secondo la quale l’incendio partito dalla cucina è di natura dolosa. Circostanza che si aggiunge referto della perizia medico legale depositata dalla dott.ssa Romanelli, dal tossicologo Rino Froldi e dall’anatomopatologo Marco Valsecchi nella quale i tre esperti collocano la morte della piccola Jennifer tra le 23 e la mezzanotte del 7 gennaio, dunque 3 ore prima del rogo e avvalorata dal fatto che sul corpicino di Jennifer non sono state rinvenute tracce di ustioni. Sempre ieri sono stati ascoltati i due ragazzi che hanno lanciato l’allarme, i vicini di casa e il padrone dell’immobile dove vivevano la Mitkova, le figliolette e il marito. I vicini hanno parlato di una famiglia tranquilla, affermando di non aver mai udito grida provenire dall’abitazione