Non c’è pace con le varianti. Mentre ancora si fanno i conti con la Delta, ecco che arriva dal Sud America la nuova variante Lamba (identificata con la sigla C.37), un mix inusuale di mutazioni che disorienta gli esperti: comparsa a fine dicembre in Perù, dove oggi rappresenta il ceppo predominante, risulta attualmente diffusa in quasi 30 Paesi del mondo con le prime segnalazioni anche in Europa e Italia, secondo quanto riporta la banca internazionale Gisaid che raccoglie le sequenze genetiche dei virus. Ancora pochi i dati disponibili per capire la sua reale pericolosità, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) la classifica tra le varianti di interesse (Variants of interest, Voi) e non tra quelle che destano preoccupazione, le cosiddette Voc (Variants of concern). Le analisi genetiche della variante Lambda hanno rivelato la presenza di sette mutazioni sulla proteina Spike, usata come grimaldello per entrare nelle cellule: in particolare, la mutazione L452Q sembra ricordare quella responsabile della maggiore contagiosità della variante Delta, mentre la mutazione F490S è stata in precedenza associata a una ridotta suscettibilità agli anticorpi durante i test in provetta. Una “aumentata trasmissibilità” della variante Lambda sembra emergere anche dai dati relativi alla sua diffusione in Sud America, elaborati dal gruppo di Pablo Tsukayama dell’Università peruviana ‘Cayetano Heredia’ in uno studio condiviso sul sito medRxiv, che raccoglie gli articoli non ancora sottoposti a revisione scientifica.