È stata accolta dal Gip dottor Carlo Masini l’istanza presenta dagli avvocati Roberto Regni e Silvia Paoletti che difendono Loris Pasquini, l’ex ferroviere 72enne che il 29 marzo scorso ha sparato al figlio Alfredo di 26 anni uccidendolo.
Il delitto si è consumato nella loro casa a Roncitelli, nei pressi di Senigallia. L’uomo aveva esploso il colpo con un’arma detenuta illegalmente. Da quel giorno si trova in carcere dopo la confessione resa davanti agli investigatori.
Il ricorso della difesa punta sullo stato psicologico di sofferenza dell’uomo, l’assenza di presupposti per la reiterazione del reato, per una fuga e inquinamento delle prove. Pasquini potrà lasciare il carcere di Montacuto non appena il braccialetto elettronico sarà disponibile. L’uomo non potrà avere contatti neanche con la moglie, testimone parziale dell’omicidio, la quale peraltro si è trasferita a Milano per motivi di lavoro.
Ci si avvia verso la conclusione delle indagini. Manca la perizia medico-legale sulla ferita mortale di Alfredo al collo e la relazione balistica per accertare la traiettoria del colpo. Loris ha sostenuto fin dal principio di voler mirare alle gambe del figlio per evitare di essere picchiato con un bastone.