“Mi sono reso conto che non avevo mai veramente gioito per quello che avevo fatto nella mia carriera, qualsiasi successo era solo uno step verso le Olimpiadi. Ora per la prima volta nella mia vita voglio godermi questa gioia l’obiettivo raggiunto per almeno un mese, penso di meritarmi di viverla poi vedremo”. Gianmarco Tamberi, civitanovese di nascita ma anconetano d’adozione, è tornato da trionfatore ad Ancona dove risiede, dopo l’oro olimpico a Tokyo nel salto in alto, condiviso con l’amico Mutaz Essa Barshim.
Accolto e premiato al Palaindoor dove si allena da istituzioni e autorità, affiancato dal papà allenatore Marco e dalla sua futura sposa Chiara, per celebrare un successo che ha commosso in particolare le Marche.
“Non riesci a goderti qualcosa se stai aspettando altro – ha ammesso Tamberi parlando al microfono sotto l’asticella piazzata simbolicamente a 2,37 metri la misura che gli ha regalato la vittoria -, per la prima volta nella mia vita voglio godermi al 100% questo oro. Ora mi sembra 2,70 – ha scherzato – ma quando ho saltato la vedevo a 1,40…”.
“Ho dimostrato di essere abbastanza in forma, ritirarmi adesso non è un ipotesi in questo momento – ha detto ai cronisti – Se devo dire qualcosa che mi stimola già la mente, è pensare che l’anno prossimo ci saranno i campionati del mondo all’aperto: riuscendo a vincere quella gara avrei vinto tutto quello che si può vincere nell’atletica, – ha concluso – mondiali indoor, Mondiali all’aperto, Europei indoor e all’aperto, Olimpiadi…”.