L’AS Samb di Roberto Renzi in serie D. Lui nuovo assegnatario della rinascita del calcio rossoblù, al posto della Samb 1923 di Antonella Pennacchi, moglie di Manolo Bucci. Con lo stesso Renzi, non iscritto in C dopo le bocciature di Federazione, Coni e Tar, che rinuncerebbe ai ricorsi davanti al Tribunale amministrativo del Lazio (6 settembre) e al Consiglio di Stato (16 settembre). E che dovrebbe garantire i 350mila euro a fondo perduto per la ripartenza, da articolo 52 comma 10 delle Noif, le norme organizzative interne federali.
È questo il clamoroso scenario che è maturato nel pomeriggio, dopo l’incontro tra il sindaco Pasqualino Piunti e l’assessore Pierfrancesco Troli da una parte, e i referenti della cordata locale coagulata nei mesi scorsi, l’avvocato Roberto Ascani e gli imprenditori Gennaro Limatola e Gianni Iacoponi, e dopo la consultazione con la Figc. Ai locali il sindaco aveva proposto di entrare nella società di Renzi col 5 per cento, ma c’è stato un “no” categorico. Disponibilità solo a garantire una sponsorizzazione. Mentre evidentemente dalla Figc, nonostante le parole di stamattina del presidente Gabriele Gravina (“Siamo disposti a concedere altro tempo alla Samb per la D, a patto che ci sia un progetto duraturo, radicato sul territorio e credibile”), è comunque maturata la disponibilità a mettere da parte quel che è stato nei mesi scorsi con Renzi.
L’ennesimo epilogo a sorpresa dell’estate più folle di sempre in quasi 100 anni di storia rossoblù.