Una vita per lo sport: “Ogni giorno, ogni scelta che facevo era un millimetro in più che mi avvicinava ai 2,37 delle Olimpiadi”. Accolto da due ali di bambini, tesserati delle società sportive dell’atletica dorica, e dai tamburi festanti degli sbandieratori di Offagna, Gianmarco Tamberi ha ricevuto ad Ancona la massima onorificenza della sua città: il Ciriachino d’oro. E queste sono state le sue parole, in risposta alla domanda di uno dei molti piccoli atleti.
Hanno accolto Gimbo sul parterre del Palaindoor il sindaco Valeria Mancinelli e l’assessore allo sport Andrea Guidotti. Tra i presenti la mamma Sabrina Piastrellini e il presidente della Fidal Marche, Simone Rocchetti, che ha raccolto le domande dei ragazzi per il campione e per la fidanzata Chiara Bontempi.
“Emozionato – racconta Tamberi – perché in questi giorni ho fatto di tutto e di più, ma farlo nella mia città ha un altro sapore. È un piacere immenso essere qui, con ragazzi che sono stati sempre pronti a incoraggiarmi e che sono la mia forza”. Emozioni, fin dall’ingresso di Gimbo su un tappeto rosso, tra due ali di bambini con bandiere tricolori e biancorosse.
Sul maxischermo, il videomessaggio del presidente Coni Giovanni Malagò: “Complimenti a tutta la città di Ancona, per questa bellissima iniziativa della consegna del Ciriachino d’oro a Tamberi. A nome del comitato olimpico, col cuore sono con voi. Bravo Gimbo, brava Ancona, viva lo sport e viva l’Italia”.
Il presidente Fidal Stefano Mei ha espresso la sua felicità: “Gianmarco è un mito dello sport e sono molto orgoglioso di questo suo premio, ma soprattutto contento di essere suo presidente, perché avere un atleta come lui è una fortuna”.
Il sindaco Valeria Mancinelli non ha avuto dubbi: “Subito dopo la vittoria alle Olimpiadi, abbiamo deciso di consegnare il Ciriachino a Gimbo con questa cerimonia straordinaria perché lui non solo ha compiuto una grandissima impresa sportiva, ma la sua storia di atleta e di persona sono anche una lezione di vita. Lo ha meritato per quello che è non solo come campione ma come persona”.
Soddisfatto il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli: “Credo che sia bello per la nostra regione festeggiare imprese memorabili che ci portano nella storia. È bello vedere personaggi così importanti passeggiare tra i nostri ragazzi e nelle nostre strade”.
L’assessore comunale allo sport Andrea Guidotti sottolinea: “Sono stato fortunato ad essere assessore in questo periodo e sono felice di aver avuto la possibilità di sostenere Gimbo nei suo allenamenti in questi anni”.
Il presidente Fidal Simone Rocchetti commenta: “Gimbo per noi è una risorsa incredibile, sa quanto gli vogliamo bene. E presto nascerà qui una palestra dedicata al salto in alto, infatti a breve è previsto l’inizio dei lavori. Spero di rivedere presto il Palaindoor gremito di pubblico a fare il tifo per gli atleti”
Un simbolico passaggio del testimone dorato: era presente la famiglia di Liano Rossini, campione olimpico di tiro a volo. Il figlio Massimo, insieme alla nipote, ha portato con sé la medaglia d’oro conquistata dal papà ai Giochi di Melbourne nel ’56 e al Palaindoor una foto ha immortalato questo momento che testimonia la storia di Ancona nel segno dello sport.
È una festa corale, perché sono i ragazzi dell’atletica a intervistare Gimbo: “Come hai fatto a diventare così?” “Ho imparato a non accontentarmi mai. E che possiamo ricevere tantissimo dalle persone che abbiamo intorno”. “Cosa si prova?” “Non avrei mai pensato di provare una felicità così grande, come se il cuore uscisse dal mio corpo”. E una bambina consegna la sua medaglia a Gimbo.
Scorrono le immagini: gli allenamenti al Palaindoor, l’abbraccio con Barshim insieme al quale ha condiviso l’oro, l’iconica foto dell’esultanza di Tokyo con il gambaletto di gesso in mano. “Ho toccato il fondo con l’infortunio di cinque anni fa, una ferita che porterò dentro per sempre, e la gioia della medaglia d’oro è il frutto di quei momenti terribili. Non lo auguro a nessuno, ma se questo significa provarci fino in fondo, allora posso augurarlo a tutti”.
Entrano in scena la mamma Sabrina Piastrellini (“Ho sempre sperato di vedere un figlio che cantava l’inno e il sogno si è avverato”), e la compagna Chiara Bontempi, futura sposa (“Dopo dodici anni insieme iniziavo un po’ a preoccuparmi, sapevo che avremmo dovuto attendere le Olimpiadi, ma per me è stata inattesa la promessa di matrimonio”).
Tante sorprese: c’è un canestro, la grande passione di Gimbo, che si mette a giocare con i ragazzi di High School Basketball. Alla fine l’assessore Guidotti accompagna Tamberi, bendato, e viene svelato il murales dedicato a “The Legend”, realizzato da Lorenzo Nicoletti in arte Skugio, con il campione olimpico che bacia la medaglia d’oro: Gimbo per sempre al Palaindoor. “Spettacolare, non me lo sarei mai aspettato – le prime parole di Tamberi di fronte al ritratto – e non vedo l’ora di tornare ad allenarmi, perché devo vincere anche la prossima Olimpiade per meritarmi questo”.