Non si può morire di lavoro, l’anmil celebra la 71esima giornata in ricordo delle vittime

FERMO-  Formare coscienza e senso civico sulla prevenzione dei rischi, è questo lo scopo del protocollo firmato con la Regione Marche perché testimonial-formatori, vittime di infortuni sul lavoro, possano, attraverso la propria esperienza parlare ai giovani nelle scuole e ai lavoratori nelle aziende. E il presidente Marcello Luciani, dell’ANMIL di Fermo ha fatto questo stamattina dal pulpito della chiesa di Sant’Antonio, durante la celebrazione religiosa in occasione della 71esima giornata in ricordo delle vittime sul lavoro
“Tornavo da una riunione di lavoro, durata diverse ore, quando, nel tragitto verso casa, un incidente mi ha quasi ucciso. Ho riportato 22 fratture e da lì mesi interi di immobilità, buio e sofferenze mi hanno accompagnato”. Ma, nonostante tutto, nel racconto di Marcello Luciani del suo infortunio in itinere, c’è un lieto fine, quello che non c’è per i 15 lavoratori morti in 48 ore nei giorni scorsi in Italia. Si sfiorano i dati agghiaccianti degli anni Sessanta in cui le vittime si attestavano sulle 11 persone al giorno e quindi oggi, autorità, lavoratori e cittadini hanno commemorato chi perde la vita nel compimento delle proprie funzioni, ponendo una corona d’alloro davanti al monumento che si trova in Viale Trento, davanti alla scuola elementare Don Dino Mancini, ora sede dell’hub vaccinale di Fermo