NUMANA – Nei giorni scorsi i militari della Stazione Carabinieri Forestale – Reparto a Cavallo del Conero hanno accertato in un’area della zona industriale di Numana (Ancona) il recente deposito di circa 800 metri cubi di rifiuti terrosi frammisti a inerti di demolizione e scarti di lavorazione di materiale plastico, materiale potenzialmente nocivo per l’ambiente.
Dagli accertamenti immediatamente condotti dai militari è emerso che i rifiuti provenivano da un lotto industriale vicino, ubicato sempre nella zona industriale del Comune di Numana (Ancona), dove la ditta che l’ha in uso attualmente ha iniziato dei lavori di ristrutturazione di un capannone industriale e di sistemazione del piazzale antistante.
Durante le operazioni di scavo nel piazzale sono venuti alla luce, per una profondità di circa due metri e una superfice di circa 1000 metri quadrati, rifiuti derivanti da attività industriale di stampaggio ed estrusione di materiale plastico presumibilmente prodotti dall’attività industriale in essere nello stabilimento fino a circa 15 anni fa. Risale a quel periodo infatti la cessazione della produzione; la ditta che la esercitava è poi fallita.
La nuova azienda che è subentrata recentemente nell’uso del capannone, anziché seguire le procedure previste dalla normativa vigente (che hanno il fine di tutelare l’ambiente e prevenire possibili inquinamenti), vale a dire redazione di un piano di recupero dell’area previa caratterizzazione dei rifiuti ed avvio di quest’ultimi allo smaltimento presso ditte autorizzate, ha iniziato ad estrarre i rifiuti e ad accantonarli in un’altra area senza autorizzazione, pertanto in maniera illecita.
I Carabinieri Forestali hanno provveduto a sequestrare l’area ove sono stati depositati i rifiuti e anche il piazzale dove questi sono ancora interrati chiedendo l’intervento dell’Arpam per la loro caratterizzazione anche al fine di escluderne la persistente pericolosità per l’ambiente.
Il responsabile della ditta che attualmente utilizza il lotto industriale dove sono interrati i rifiuti e che ha commissionato i lavori di scavo e trasporto degli stessi in un altro sito, unitamente al responsabile della ditta esecutrice dei lavori, sono stati denunciato in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria per gestione illecita dei rifiuti, per violazione degli articoli 256 e 192 del Codice dell’Ambiente. A carico di quest’ultima ditta è stato operato anche il sequestro del camion utilizzato per il trasporto dei rifiuti. Le pene previste per i soggetti convolti sono l’arresto fino a due anni e l’ammenda fino a 26 mila euro.
Il sequestro è stato convalidato dalla Procura della Repubblica di Ancona e l’Arpam ha provveduto a valutare la natura dei rifiuti emanando prescrizioni per la caratterizzazione e conseguente rimozione degli stessi.
Sono purtroppo ancora frequenti i ritrovamenti di rifiuti interrati negli anni passati – frutto di comportamenti illeciti – che costituiscono in molti casi delle vere e proprie “bombe ecologiche” per le potenziali conseguenze estremamente negative che possono avere sull’ambiente. In questi casi è obbligo di legge procedere alla rimozione dei rifiuti seguendo le modalità prescritte dalla legge in primis per salvaguardare l’ambiente e anche per non incorrere nelle previste conseguenze per la violazione di norme amministrative e penali.