Nelle ultime ore i poliziotti della Squadra Mobile di Ancona e della Polizia di Frontiera di Roma Fiumicino, al culmine di un’attività investigativa, hanno arrestato un giovane anconetano con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo “droga dello stupro”, conosciuta anche come gocce KO o Liquid Ecstasy.
Trattasi di una sostanza psicoattiva, tecnicamente denominata Gamma-butirrolattone (GBL), da poco in circolazione nel mercato italiano delle droghe sintetiche che può essere utilizzata allo scopo di perpetrare violenze sessuali. Questo tipo di sostanza che viene somministrata per facilitare lo stupro e i rapporti sessuali in genere, può avere effetti sedativi, ipnotici, dissociativi e/o causare l’amnesia di chi la assume. Per le sue caratteristiche di sostanza inodore e incolore, può essere somministrata insieme a cibi o bevande, nell’inconsapevolezza della vittima. L’atto subdolo di aggiungere tali sostanze alle bevande è noto come drink spiking e, in alcuni paesi, è considerato reato, indipendentemente dal fatto che la somministrazione sia seguita da un’aggressione o altro tipo di violenza.
Il pacco contenente la sostanza psicotropa, viaggiava attraverso un comune corriere ed era destinato allo spacciatore che, nelle prime ore del 29 ottobre è andato a ritirarlo al centro di smistamento pacchi e corrispondenza.
I mirati servizi di pedinamento e di appostamento svolti dai poliziotti, hanno permesso di fermare il giovane subito dopo il ritiro della droga, rinvenendo 10 litri di Gamma-butirrolattone (GBL), diviso in 10 flaconi da un litro ciascuno, ovvero 12 mila dosi (1200 dosi ogni litro) che, sul mercato, avrebbe fruttato 36000 euro (circa € 3 a dose).
Oltre allo stupefacente, le successive perquisizioni domiciliari, hanno permesso di rinvenire e sequestrare anche numerose siringhe da insulina prive di ago, utili per il dosaggio del GBL, nonchè n. 7 bustine di polvere cristallizzata (mefedrone).
Visti i gravi indizi di reità riscontrati, il giovane veniva tratto in arresto e, su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona, collocato presso il Carcere di Montacuto a disposizione dell’Autorità Procedente.