di Michele Natalini
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Mauro Antonioli sarà in città stasera. E domattina (martedì 2 novembre) dirigerà il primo allenamento a Stella di Monsampolo del Tronto.
La Samb deve per forza di cose ricordargli la Reggio Audace. Agosto 2018: ad Antonioli viene affidata la rinascita del calcio granata, dopo lo sprofondo con i coniugi Piazza. Partenza a fine mese, squadra tirata su in fretta e furia, e rincorsa a perdifiato, fino al terzo posto finale nel girone D di Serie D. Piazzamento firmato con il vice Ivan Piccoli (“Molto più di un secondo” ebbe una volta a sottolineare Antonioli), un fedelissimo da 7 anni e che adesso lo seguirà anche a San Benedetto del Tronto.
Il punto è che qui, rispetto a Reggio Emilia, gli chiedono di più. Roberto Renzi vuole la promozione. Nonostante le macerie. A dispetto dell’estate più folle di sempre e la falsa partenza con Massimo Donati in panchina: 5 sconfitte, l’ultima ieri a Vastogirardi – l’ennesima figuraccia per un club letteralmente violentato da maggio in avanti – un pareggio e una vittoria, quella di due domeniche fa col Fano. Una parentesi. Qualcosa in più i 15 gol presi, dato che fa della difesa rossoblù la più perforata del girone F di serie D. Assai di più i 14 punti di distacco dalla capolista Atletico Terme Fiuggi.
Romagnolo nato per caso a Milano, ma milanista convinto, Antonioli, che con la moglie gestisce un centro estetico a Bellaria, dovrà dare fondo a tutto se stesso. Da calciatore l’acuto al Chievo Verona: maggio 1994, è la storica promozione in serie B dei Mussi volanti. Antonioli, qualche ricciolo in più in testa, calciò la punizione decisiva sul campo della Carrarese. Poi coi clivensi, tra i cadetti, collezionò altre 57 presenze e una rete.
Da allenatore, invece, Antonioli fa rima con Ravenna. È il salto in Lega Pro del giugno 2017. Con Matteo Sabbadini direttore sportivo. L’uomo che adesso lo ha voluto in Riviera. Per un’altra scommessa da vincere insieme. Ma questa è tremenda. Quasi come il derby vinto nel febbraio 2020 al Riviera delle Palme, dopo 15 anni di digiuno, dalla sua Fermana.
Quello deciso dal gol da casa sua di Neglia. Ferita che sanguina ancora per i rossoblù, come ad Antonioli deve di sicuro bruciare l’esonero coi canarini del dicembre scorso, il primo in carriera.
La gioia della Fermana al termine del derby vinto al Riviera (foto CronachePicene)
Ora gli tocca la Samb. Per il momento di mercato, nemmeno a parlarne. Dovrà fare con quanto ha a disposizione. 27 giocatori. Meno l’infortunato Cum, la cui stagione è praticamente conclusa. Ma soprattutto Antonioli dovrà fare in fretta: valutare il vestito migliore da far indossare alla squadra, lui che ha sempre giurato di non essere schiavo dei moduli. A Ravenna ha fatto benissimo col 3-5-2 e a Fermo se l’è cavata anche meglio con 3-4-2-1, 4-3-1-2 e 3-4-1-2. Insomma, se può, il trequartista ce lo mette. E qui fischieranno le orecchie a Ferri Marini.
Come sono fischiate a tutta la squadra ieri a Vastogirardi, per la contestazione dei tifosi. Un’onta, la milionesima, da lavare via. È compito di Antonioli far schioccare la frusta.
Foto grande Tuttoreggiana