FALCONARA – È stato rintracciato questa mattina, 23 novembre, presso i cantieri navali di Ancona dai Carabinieri della Tenenza di Falconara Marittima, il 49enne pugliese che – dal 2009 al 2011 – aveva costretto la sua ex moglie a subire i suoi comportamenti vessatori e violenti, quasi ininterrottamente, per ben 2 anni.
Due anni il tempo che ha impiegato la vittima per prendere coraggio e raccontare quanto stava accadendo ai militari dell’Arma, dopo l’ennesima vessazione subita: erano sposati da più di 10 anni ma, dopo aver passato gli ultimi due all’interno di una difficilissima convivenza – tra schiaffi e continue minacce scaturite da immotivate crisi di gelosia – la donna ha deciso che la misura era colma e, soltanto a marzo del 2011, quando è stata aggredita davanti ad una scuola media, alla presenza del figlio 11enne che in quel momento usciva dall’istituto, ha deciso di mettere la parola fine al suo tormento.
In quella circostanza la donna ebbe anche la prontezza di affidare il piccolo a personale della scuola per poi trovare velocemente riparo all’interno della propria auto, dove venne comunque raggiunta dall’ex marito furibondo che, con un pugno, era riuscito persino a frantumare il finestrino lato guida mentre la donna ingranava una veloce partenza. Fortunatamente la donna allora riportò solo qualche graffio, a causa della proiezione di alcune schegge di vetro sul corpo, tuttavia riuscì a seminare il proprio aggressore trovando subito rifugio in una caserma dei Carabinieri.
La condanna, arrivata inesorabilmente dopo quasi 10 anni, ha comminato al marito violento una pena detentiva di poco superiore ad un anno per i reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali; una condanna poco severa in quanto l’intera vicenda si è dipanata molto prima dell’entrata in vigore del cosiddetto “codice rosso”. Si ricorda infatti che, per effetto della legge 69 del 2019, condotte illecite quali i maltrattamenti in famiglia, sono ora punite con una pena che va, da un minimo di 3 anni, ad un massimo di 7 anni di reclusione.
Inoltre, dall’entrata in vigore della legge, tutto l’iter procedurale ha ricevuto una fortissima spinta, portando all’adozione di misure cautelari urgenti (ad esempio arresti in carcere/domiciliari, divieto di avvicinamento) nonché alla definizione del procedimento stesso in tempi brevissimi. La notizia sembra fare da preludio alla prossima ricorrenza del 25 novembre, ovvero alla giornata internazionale contro la violenza sulle donne