PESCARA – Consegna a domicilio di cocaina a nominativi riferibili alla cosiddetta “Pescara bene“. La Polizia di Stato, al termine di una articolata attività d’indagine, ha dato esecuzione all’ordinanza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Pescara, Fabrizio Cingolani, su richiesta del Sostituto Procuratore Luca Sciarretta, disponendo quattro custodie cautelari in carcere e una ai domiciliari, a carico di cinque pescaresi.
L’attività investigativa è scaturita da alcuni arresti effettuati dalla Squadra Mobile nei mesi di agosto e novembre 2020, avvenuti a seguito di indagini antidroga nella zona di Pescara Porta Nuova, riguardanti personaggi della criminalità del quartiere Rancitelli di Pescara, i quali si ritiene che avessero intenzione di espandere la propria zona di spaccio.
Fin dalle prime fasi dell’indagine, sono emersi gravi indizi a carico del pregiudicato L.D.P., classe 1993, il quale appariva dedito allo spaccio di sostanza stupefacente del tipo cocaina, concentrandosi anche sulla fase organizzativa e di approvvigionamento della droga, lasciando effettuare materialmente le cessioni agli acquirenti finali a dei cosiddetti “cavalli”, ossia fattorini debitamente istruiti.
A L.D.P., più precisamente, sarebbe riconducibile la realizzazione, insieme ad alcuni complici, di una vera e propria attività di “spaccio itinerante”, mediante la creazione di una ditta (di copertura) di delivery e l’utilizzo dei cosiddetti “cavalli” (il principale dei quali è risultato essere A.P., classe 1983, ma anche F.O., classe 2001, entrambi pescaresi), complici che fungevano da fattorini, debitamente istruiti, i quali ricevevano le ordinazioni mediante social media o su un sito internet dedicato, attraverso un linguaggio codificato noto anche agli acquirenti.
Ai “cavalli” sarebbero stati così consegnati quasi quotidianamente circa 30 – 40 grammi di cocaina già suddivisa in singole dosi, disponendo tariffari precisi e quantitativi minimi per le consegne nelle ore notturne. In questo modo, tra settembre 2020 e aprile 2021, sono stati documentati numerosi episodi di cessioni di narcotico, che avvenivano quotidianamente soprattutto nelle zone del centro cittadino, camuffate da consegne di alimenti.
L’illecita attività di spaccio, come ricostruita dagli inquirenti, sarebbe quantificabile nello smercio di oltre mezzo chilogrammo di cocaina al mese, destinato principalmente allo spaccio al dettaglio per la cosiddetta “Pescara bene”, come risulta anche dai nominativi di alcuni degli acquirenti compiutamente identificati nel corso dell’attività di indagine.
Il gruppo, inoltre, non avrebbe esitato a ricorrere a intimidazioni, sia nei confronti dei clienti per recuperare i propri crediti, sia nei confronti di presunti concorrenti, come dimostrerebbe, tra l’altro, l’avvenuto incendio di un’autovettura, verosimilmente a scopo intimidatorio.
Le indagini, inoltre, hanno permesso di ottenere precisi elementi che individuerebbero uno dei canali di approvvigionamento dello stupefacente nel pluripregiudicato cinquantunenne P.D.L, il quale, nel corso dell’attività, si sarebbe dimostrato in grado di reperire stupefacente sia del tipo cocaina che hashish.