Samb, nessuno avveleni i pozzi. Questione stipendi e fornitori, ad esempio

di Pier Paolo Flammini

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sulla situazione sportiva ne abbiamo parlato già nella trasmissione “Cuore di Calcio“, quindi a caldo, anzi a caldissimo, domenica sera dalle ore 20 qui su Vera Tv (link in primo piano). Ci siamo tornati ulteriormente qui. 

Però conosciamo bene la passionalità dei tifosi della Sambenedettese. Ci siamo nati, ci viviamo, ne conosciamo gli umori. Nonostante quello attuale sia probabilmente il momento peggiore della centenaria storia del club, e la trasferta di Montegiorgio – senza gli ultras in protesta per il Super Green Pass – uno dei punti di maggior distacco, la visceralità dei tifosi, seppur a distanza, resta notevole. Anzi, aggiungiamo: ne siamo stupiti, perché credevamo che quanto accaduto rischiasse di distruggere per sempre l’amore per questa squadra.

Niente di tutto questo: rabbia, rancore, incomprensione, delusione, persino distanza. Ma non fine. Lo vediamo tutti i giorni dai report sulle notizie: sempre altissimo seguito per le vicende della Samb. Non è un caso.

In queste ultime ore, dopo la sconfitta – amarissima – di Montegiorgio, sui social e anche nei messaggi privati a noi inviati si è scatenata una voce incontrollata circa mancati pagamenti degli stipendi ai calciatori e dei fornitori. Forse tutto si è alimentato alla notizia della cessione dell’attaccante Daniele Ferretti alla Recanatese, vista probabilmente come un accenno di smobilitazione.

Ferretti in realtà, da verifiche della redazione di Vera Tv, è andato a Recanati contro la sua volontà, soltanto perché la società gli ha chiesto di andarsene. L’attaccante di Atri ha accettato l’offerta solo perché arrivata dalla squadra prima in classifica, altrimenti sarebbe persino rimasto a San Benedetto. Non sembra inoltre che ci siano ritardi nel pagamento degli stipendi ai calciatori. Anzi.

Insomma, il recente passato brucia nel ricordo dei tifosi e si teme che quanto accaduto con Serafino (e non solo) si stia ripetendo. Non ci sembra così per quanto se ne sa fino a questo momento (lo stesso vale per le ipotesi di gestione dello stadio: tutto è possibile, ma un marchio come Infront pesa, semmai verrà messo nero su bianco: ed entro un mese lo sapremo).

Sempre in “Cuore di Calcio” abbiamo fornito ulteriori informazioni in merito alla società rossoblù, e la situazione sembrerebbe diversa rispetto a quella di un anno fa. Certo, non tutto è chiarissimo – presto commenteremo in dettaglio quanto esposto in diretta – ma il conto delle spese tracciabili è stato fatto: 2,2 milioni solo per il titolo sportivo di una squadra in Serie D, 500 mila euro di capitale sottoscritto e versato (non i 10 mila di Serafino), più tante spese vive.

Chi scrive non sta risparmiando approfondimenti sulla società di Renzi. Capire “da dove arrivano i soldi” è importante, e molti elementi sono stati forniti. Altri ne mancano, certo.

Ma anche sul fronte dei fornitori non si segnalano disservizi (se poi ce ne fossero, è possibile contattarci in redazione: ma da una nostra ricerca al momento non emerge alcun malumore).

Dunque il problema della squadra oggi è solo sportivo, e non legato ad altri aspetti.

Semmai quelli di tipo organizzativo, vedono in questo momento – e lo ripetiamo – una fatica (eufemismo) a esporsi del direttore sportivo Matteo Sabbadini, il quale non risponde alle domande dei giornalisti dal punticino di Nereto, era metà ottobre, quando quasi annunciò l’esonero, poi rinviato, di mister Massimo Donati. Nel dopo partita di Montegiorgio era necessario che un esponente della società ci mettesse la faccia, magari certo ribadendo che il primo tiro del Montegiorgio è arrivato al 18° minuto della ripresa (il gol su rigore di Albanesi), ed era il momento di Sabbadini, anche per spiegare l’addio a Ferretti.

Ecco dunque che l’ombra di un altro direttore sportivo, Massimo Andreatini, si è fatta pressante non solo per i risultati – e per un mercato di dicembre in cui addirittura sono più le partenze che gli arrivi – ma anche per la mancata comprensione del tipo di risposta che la piazza sambenedettese si sarebbe aspettata in questo momento.

Servirebbe, probabilmente, la possibilità di un confronto franco, che certo la pandemia Covid-19 non agevola ma neppure impedisce, con la stampa e magari con tifosi, per capire meglio una situazione che invece rischia l’avvitamento verso il basso. Certo per agevolarlo servirebbe qualche vittoria: Antonioli è avvisato.