Su Pirozzi un’onda di critiche social. Striscioni al Porto. Renzi rischia la prima contestazione

di Pier Paolo Flammini

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Quando nel 2002 Enrico Nicolini fu chiamato da un disperato Alex Gaucci alla guida della Samb – terzo allenatore della stagione, obiettivo promozione che sembrava impossibile – alcuni tifosi, appena dopo la presentazione alla stampa, gli si fecero sotto a brutto muso: “Non ci interessa che hai giocato e allenato l’Ascoli. A noi interessa vincere“. Non vinse e la sua avventura durò la miseria di due partite, ma non a causa del suo passato ascolano, ma per la sconfitta di Bolzano (3-0), dopo la quale la Samb vinse praticamente sempre fino alla promozione in C1.

Ma oggi siamo nell’epoca dei social. E per la Samb siamo nel momento più difficile della propria storia: non solo un anno tremendo alle spalle, ma addirittura una zona retrocessione in Serie D che nessuno poteva pronosticare.

L’arrivo sulla panchina di Sergio Pirozzi, dunque, non sortisce la stessa reazione che fu per Nicolini. Pirozzi, in passato, ha allenato le giovanili dell’Ascoli Calcio (e anche secondo in panchina coi bianconeri oltre ad esperienze nel Rieti) e pur essendo nato a San Benedetto, l’ex sindaco di Amatrice ha più volte dichiarato il suo amore per la maglia bianconera. Sui social è caccia (facile) a ritrovare foto, dichiarazioni di Pirozzi: con la maglia degli ultras ascolani, persino, pur se per scopo benefico (venduta per raccogliere fondi a favore dei terremotati).

La situazione va dunque analizzata razionalmente, a freddo. Il che implica la considerazione anche degli aspetti romantici, senza dei quali il calcio non sarebbe più il gioco che si è affermato nel ‘900 ma soltanto puro business.

REAZIONI SOCIAL Un’ondata di critiche, post, commenti. Certo, il sistema è fatto apposta per stimolare i contrari e zittire i favorevoli (per dire, sul post della Samb su Facebook ci sono quasi 350 commenti negativi, ma l’annuncio di Pirozzi si è preso anche 120 “mi piace”), ma la scelta non ha tenuto conto del momento che sta vivendo la piazza.

Che fino ad ora, nonostante una Serie C persa in maniera incredibile, non ha contestato mai la società nonostante il disastro sportivo in corso. Hanno pesato, certo, i milioni di euro veri spesi da Renzi & Co, i fornitori pagati puntualmente. 

Intanto prima della mezzanotte un eloquente striscione di contestazione verso Pirozzi è stato appeso al Porto di San Benedetto.

24 ORE CONVULSE Stranissimo e inaspettato l’approdo a Sergio Pirozzi (e al direttore sportivo Riccardo Solaroli). Negli ultimi giorni gli approcci con Massimo Andreatini, diesse del Forlì e già collaboratore del segretario generale della Samb Marusia Giannini in Romagna, erano stati più che concreti. Andreatini era stato a Montegiorgio e poi mercoledì a San Benedetto per la gara di Coppa con la Recanatese. Era d’accordo per mettere in panchina Giovanni Bucaro e nella serata di mercoledì sera attendeva l’incarico ufficiale, anche per poter agire immediatamente (e pesantemente) sul mercato.

IPOTESI PIROZZI Il “ribaltone” però non c’è stato, seppur annunciato dallo stesso Renzi e atteso. Già mercoledì c’erano stati contatti con Pirozzi, ex allenatore del Trastevere (due vittorie di campionato sfiorate ma più per le impossibilità strutturali che per problemi di squadra), il quale però avrebbe richiesto anche sei nomi di calciatori da avere con sé come garanzia prima di accettare l’incarico. Lo stesso Pirozzi ha indicato in Solaroli un direttore sportivo di suo affidamento.

SOLAROLI Tornato a Rieti dopo una esperienza nel decennio scorso, ha lavorato anche col Messina, con la Lupa Castelli Romani ed è stato dirigente sportivo del Coni. Col Rieti di Fedeli era stato direttore dell’Area Tecnica, a stretto contatto con mister Beoni, che poi arrivò alla Samb ma venne esonerato da Fedeli nonostante il primo posto in classifica.

TATTO Però una sensibilità ulteriore da parte della dirigenza sarebbe stata opportuna. Renzi e Colucci non possono parlare alla stampa perché inibiti, Sabbadini aveva perso la parola (o Renzi gli aveva chiesto di non parlare con la stampa?), la squadra rischia seriamente di non riemergere dalla palude, il calcio mercato di dicembre è stato clamorosamente sbagliato (fino ad ora).

La sterzata, il ribaltone, hanno adesso la misura del “o la va, o la spacca“. Molto dipenderà sia dalle parole di Pirozzi durante la presentazione alla stampa, sia dal risultato e dalla partita di domenica contro il Tolentino. Il tifoso rossoblù, passato da Ruben Botta e Maxi Lopez alle sconfitte contro Vastogirardi, Montegiorgio, Matese, Vastese, Recanatese e pure Porto d’Ascoli,  ha il cuore come una polveriera ed è azzardato arrischiare di avvicinarci una scintilla. Non si capisce come Renzi & Co. abbiano scelto questa opzione senza considerare questo aspetto.

Sappiamo tutti che con una serie di vittorie e di parole sagge, l’empasse Pirozzi sarebbe ammortizzato e diventerebbe forse un rincrescimento per i tifosi ascolani (molti lo criticano già adesso specularmente a quelli rossoblù). Ma se domenica si affermasse il Tolentino, sarebbero dolori. Non solo per la partita e le reazioni, ma per l’intera stagione sportiva, con il rischio concreto di non uscire dai bassifondi e l’avvitamento di una crisi dai risvolti impensabili.

UN CONSIGLIO Ci aspettavamo in queste ore l’apertura di Renzi & Co. verso l’ambiente sambenedettese, con l’integrazione di una persona di sicura affidabilità e riconosciuta dalla piazza, in modo sia da acquietare gli animi sia per garantire trasparenza. Una sorta di team manager in persone di fiducia come Sebastiano Vecchiola o Massimiliano Fanesi, o anche un Beppe Manari (direttore sportivo…), senza dimenticare sempre Ottavio Palladini, pur se in altri impegni affaccendato. Renzi & Co. sono sempre in tempo…

DOMANDA passare in 24 ore da Andreatini-Bucaro con tanto di viaggi a San Benedetto a Pirozzi-Solaroli, suscita la domanda: “Ci sarà un perché“.