Clicca nel video sopra per vedere il passaggio della nostra trasmissione dedicato alla A.S. Samb.
Si ringrazia Milena De Palo per le grafiche e Pierluigi Capriotti per questo articolo
di Pier Paolo Flammini
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Nella puntata di domenica scorsa di “Cuore di Calcio” abbiamo illustrato un ulteriore aspetto relativo alla società A.S. Samb, dopo i precedenti approfondimenti nel corso delle puntate delle scorse settimane (clicca qui per i dati del bilancio della Garigliano Srl).
a) Innanzitutto, la Samb è di proprietà per il 10% dell’attuale presidente Roberto Renzi e per il 90% della Garigliano Immobiliare Srl, società che opera nel campo delle costruzioni e ha sede a Roma (continua sotto).
b) La Garigliano Immobiliare Srl, a sua volta, è di proprietà per il 90% di Alessandra Nenni, moglie di Renzi, e per il 10% di Giuseppe Colucci, vicepresidente della A.S. Samb.
c) La figura di Giuseppe Colucci potrebbe essere una chiave di volta per capire meglio quanto accaduto. Colucci, geometra e titolare di uno studio nella sua Valmontone (provincia di Roma), già assessore nella cittadina laziale e anche candidato sindaco per il Partito Democratico, negli ultimi anni ha costituito un numero considerevole di società nelle quali ha cariche dirigenziali (a queste si aggiungono le società, come ad esempio la Garigliano Immobiliare Srl, nelle quali Colucci ha quote ma non incarichi).
Ben nove società, alcune delle quali, come la Renova Red Srl, costituite nel 2019 ma di fatto quasi inattive fino a quest’anno (nel 2019 il fatturato fu di poche migliaia di euro).
Oltre alla A.s. Sambenedettese Srl, sono la Ecò Società Consortile Srl, Green Power Consulting Srl, Consitalia Scarl, Renova Red Srl, Rinascente Scarl, Eco Smart Solution, Colucci & De Santis Srl, Ingenia Srl.
Tra queste società quella che sembra maggiormente in evidenza è la Renova Red Srl. Soltanto lo scorso aprile Colucci, da amministratore unico, è diventato consigliere con il 33,% delle quote. Per un altro 33,3% è subentrata sempre Alessandra Nenni mentre il restante 33,3% è stato acquistato da Umberto Ambrosini, tra l’altro Presidente del Consiglio di Amministrazione.
Situazione poi cambiata già a novembre: al posto di Alessandra Nenni è subentrata proprio la Ingenia Srl, una delle società interamente possedute da Colucci, che quindi controlla i 2/3 della Renova Red. Il top management della Renova Red è altamente specializzato: architetti, esperti legali, esperti cessione crediti, marketing, ingegneri.
Attualmente, nel proprio sito, la Renova Red Srl scrive di star lavorando su 22 cantieri aperti e di avere 35 dipendenti. Questi dipendenti, tuttavia, sono stati assunti quasi tutti dopo lo scorso mese di giugno (proprio quanto è stata costituita la Ingenia Srl), con assunzioni ancora a novembre. La sede è in uno palazzo storico del centro di Roma, vicino via Veneto, da qualche mese.
Renova Red Srl lavora nel campo dell’edilizia e dell’Ecobonus 110% in particolare.
Interessante notare che l’acquisto della Samb da parte di Renzi è avvenuto un mese dopo l’ingresso della moglie in Renova Red e un mese prima delle assunzioni e dell’avvio dell’attività dell’impresa romana: un periodo dunque di grandi cambiamenti e ricordiamo che Renzi non partecipò alla prima asta per l’acquisizione, presentandosi una settimana dopo.
Oltre alla Renova Red Srl degne di menzione ci sembrano Consitalia Scarl, che ha sede a Napoli, e che in home ha il logo dell’Eni, società indicata come “partner”: si occupa sempre di servizi collegati con l’Ecobonus 110%.
Sempre di edilizia ed Ecobonus 110% si occupa la Eco Smart Solutions Srl, che nel proprio sito presenta cantieri in corso su tre condomini in Viale Palmiro Togliatti, Circonvallazione Ostiense, via Michele De Marco, per un totale di ben 285 unità immobiliari.
Renzi, al centro, e Colucci alle sue spalle mentre osservano Samb-Recanatese
INCHIESTA TRIBUNALE Nulla trapela dell’inchiesta che sarebbe stata avviata la scorsa estate sull’uso dei crediti fiscali da parte di Renzi per la Samb. Fonti esperte riguardo i tempi del Tribunale di Ascoli Piceno credono che, essendo l’accertamento non particolarmente difficile, il fatto che siano trascorsi diversi mesi lascerebbe presupporre che la pratica possa essere stata accantonata senza rilevare particolari fattispecie perseguibili. Anche se questa è una ipotesi deduttiva e non una certezza, ripetiamo.