PESARO – No a nuovi bazar etnici, ma anche a nuovi distributori automatici di cibo e bibite, centri scommesse o sexy shop nel centro storico di Pesaro, nella parte racchiusa “tra il cardo e il decumano” (via San Francesco e corso XI Settembre e, perpendicolarmente, via Branca e via Rossini, compresa la centralissima piazza del Popolo). Lo prevede il nuovo regolamento per la tutela e il decoro del patrimonio culturale nelle vie del centro storico di Pesaro, adottato dalla Giunta comunale, ma non ancora passato al vaglio del Consiglio. Per il sindaco Matteo Ricci, coordinatore dei sindaci Pd e presidente di Ali-Autonomie Locali Italiane, si tratta di “un regolamento che tutela gli assi principali della città, evitando che si trasformino in vie etniche, di bazar, sexy shop o distributori automatici. Ci siamo ispirati a provvedimenti analoghi di Arezzo e Savona”. Nessun razzismo, le attività che già sono nella zona ci resteranno, “il Comune non è contrario alle attività straniere, ma – sottolinea – Pesaro ha una caratteristica urbanistica da salvaguardare: non ci sono mai state vie etniche e vorremmo continuare su questa linea, con una presenza sparsa di queste categorie commerciali”. Il progetto “è in linea con le politiche che stiamo portando avanti da anni”: prima il centro storico liberato dalle auto, poi la riqualificazione dei contenitori culturali, passando per una ordinanza contro l’accattonaggio e i parcheggiatori abusivi di qualche anno fa. Tra le prossime attività il rifacimento dei selciati e il recupero di contenitori come l’ex ospedale psichiatrico, l’ex Intendenza di finanza, “per i quali abbiamo già i soldi, in parte del Pnrr”. Il regolamento tiene conto anche della crisi dei piccoli negozi, aggravata dall’emergenza sanitaria che ha favorito l’on line. E’ stato pensato, spiega l’assessore alle Attività Economiche Francesca Frenquellucci, “per lo sviluppo delle attività economiche e la tutela del centro storico e delle sue vie, ma anche dell’identità storico-architettonica della città”. Il regolamento, che dovrà essere esaminato anche dalla Regione Marche, è stato messo a punto in collaborazione con le associazioni di categoria: Confesercenti, Confartigianato, Confcommercio.