ANCONA – Gli studi di fase I, in oncologia, non superano il 20% del totale. Ma sono molto importanti, soprattutto quando riguardano malattie come i tumori, perché permettono l’accesso a terapie innovative salvavita a pazienti altrimenti privi di alternative terapeutiche. La nuova via italiana della lotta al cancro è aperta proprio da uno studio di fase I presso la Clinica Oncologica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona.
Il protocollo sperimentale (“PBI-200-101: Studio di fase 1/2 di PBI‐200 in soggetti con tumori solidi avanzati o metastatici positivi alla fusione di NTRK”) sarà attivato solo in 6 centri in Italia (a Milano, Verona, Napoli e Ancona) e riguarda una nuova molecola (PBI-200). Quest’ultima rientra nella classe dei farmaci agnostici, che rappresentano la frontiera più avanzata dell’oncologia di precisione e possono essere definiti “jolly”, perché colpiscono in maniera selettiva alcune mutazioni genetiche, indipendentemente dall’organo interessato dalla patologia. Gli obiettivi dello studio sono approfonditi oggi in una conferenza stampa svolta sia in presenza ad Ancona che on line, alla vigilia della Giornata Mondiale Contro il Cancro (World Cancer Day), con l’intervento dell’Assessore alla Sanità della Regione Marche, Filippo Saltamartini.
“Gli studi di fase I sono complessi perché spesso prevedono l’utilizzo di nuovi farmaci per la prima volta nell’uomo – afferma Rossana Berardi, Ordinario di Oncologia all’Università Politecnica delle Marche e Direttrice della Clinica Oncologica, AOU Ospedali Riuniti di Ancona -. Sono volti ad identificare la dose più appropriata delle terapie innovative ed analisi farmacocinetiche complesse e consentono, per la loro natura, di offrire ai pazienti, specie pre-trattati, nuove opportunità terapeutiche. Lo studio andrà ad utilizzare, per la prima volta nell’uomo, PBI-200, un nuovo farmaco intelligente che colpisce il bersaglio NTRK. Si tratta di un nuovo inibitore chinasico reversibile che si somministra in compresse, sviluppato per il trattamento di tumori che esprimono fusioni del gene del recettore tirosin-chinasico neurotrofico NTRK. Potrà essere utilizzato nei pazienti oncologici con tumori solidi in stadio avanzato o metastatico che presentano, appunto, il bersaglio, ovvero l’amplificazione di NTRK. Potranno partecipare alla sperimentazione i pazienti che hanno manifestato progressione durante o dopo almeno un trattamento oncologico per la malattia avanzata o per i quali non esista una terapia disponibile. Preliminarmente sarà necessario dimostrare la presenza del bersaglio NTRK.”
“L’emergenza coronavirus non ha fermato i reparti di oncologia medica – afferma l’Assessore Saltamartini -. Le sedute di chemioterapia nei day hospital, la somministrazione dei vari farmaci anticancro e tutto il consueto lavoro di reparto sono stati riorganizzati per mettere in sicurezza sia il personale sanitario che i pazienti. La garanzia della prosecuzione delle terapie anticancro è basilare anche in una situazione di emergenza per non compromettere l’efficacia dei trattamenti ed esporre i nostri malati al pericolo di morire per un tumore che avanza, che è molto più grande di un possibile contagio con il virus. La Giornata Mondiale Contro il Cancro in questo caso è anche una occasione per presentare un protocollo innovativo, che potrebbe rivoluzionarne la cura. Ma non dobbiamo neppure dimenticare la prevenzione, perché il 40% dei tumori è potenzialmente prevenibile”
Dal 2019, agli Ospedali Riuniti di Ancona, è istituito un tavolo aziendale per gli studi di fase I, coordinato dalla Prof.ssa Berardi, cui afferiscono varie strutture (Clinica Oncologica, Clinica Ematologica, Medicina d’Urgenza, Medicina di Laboratorio e Farmacia), che hanno ottenuto l’accreditamento ministeriale da AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) per la conduzione degli studi clinici precoci di fase I. Fanno parte del tavolo anche altri professionisti qualificati (data manager, infermieri di ricerca, responsabile della qualità, farmacologo, radiologo, rianimatore, ecc.) e fondamentale è il ruolo del Comitato Etico e degli uffici amministrativi dedicati che garantiscono che lo studio aderisca ai parametri di eticità, sicurezza e qualità previsti dalle norme internazionali di Buona Pratica Clinica (GCP) delle sperimentazioni cliniche.
“Grazie ad una squadra affiatata e motivata, per lo più di giovani ricercatori, grazie alla nostra scuola che viene da lontano, oggi l’Azienda Ospedaliero-Universitaria delle Marche è individuata sempre più spesso come soggetto solido ed affidabile per gli studi di fase I – spiega il Direttore Generale degli Ospedali Riuniti di Ancona, Michele Caporossi -.
La nuova frontiera dei farmaci ‘agnostici’ promette un futuro anche prossimo di grandi risultati e grande efficacia. Noi ci siamo e ci saremo con convinzione. La ricerca è la chiave che apre il campo a traguardi sinora insperati. È l’oncologia a fare da battistrada e molte altre discipline cliniche si affacciano a questa dimensione con successo”.
Nelle Marche i pazienti oncologici possono accedere a possibilità terapeutiche innovative anche attraverso il Cancer Center CORM (Centro Oncologico e di Ricerca delle Marche), cui è possibile afferire anche in modalità telematica (www.corm-marche.it). Nel CORM è attivo il Molecular Tumor Board, gruppo multidisciplinare che valuta la possibilità di effettuare una profilazione genetica estesa dei tumori e volto a tradurre le complesse informazioni molecolari in un dato fruibile dai clinici con finalità prognostiche e predittive di efficacia delle terapie.
“Nel periodo pandemico attuale, non esiste solo il COVID. Per questo non ci siamo mai fermati e siamo riusciti a dare una buona risposta ai pazienti affetti da tutte le patologie più severe – afferma il Direttore Sanitario degli Ospedali Riuniti di Ancona, Arturo Pasqualucci -. In ambito oncologico, nel 2021 sono stati effettuati 723 interventi di chirurgia senologica, 3166 prestazioni di genetica oncologica, quasi 16.000 visite oncologiche, oltre 15.000 accessi per Day Hospital Oncologico. Nel Molecular Tumor Board, attivato a giugno dello scorso anno, sono stati valutati ben 35 pazienti provenienti da tutte le oncologie marchigiane ed è stato per loro possibile effettuare una mappatura genetica senza farli spostare dal loro territorio.”
Fondamentale la sinergia e la collaborazione tra Università e Azienda Ospedaliera. “La Facoltà di Medicina e Chirurgia – ribadisce Mauro Silvestrini, Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università Politecnica delle Marche – è particolarmente orgogliosa di partecipare a questa iniziativa di altissima complessità che richiede una collaborazione intensa tra strutture universitarie ed ospedaliere, senza alcuna distinzione o separazione di ruoli. Si tratta di una formidabile opportunità in grado di dare ai nostri pazienti prospettive sempre migliori, anche di fronte a malattie complesse ed impegnative”.
“La Clinica di Ematologia di Ancona è coinvolta in numerose attività e progetti di eccellenza sia in ambito assistenziale che nella ricerca clinica e di base – afferma Attilio Olivieri, Ordinario di Ematologia Università Politecnica delle Marche, Direttore Clinica Ematologica Ospedali Riuniti di Ancona -. Tra questi spiccano la terapia con effettori immunologici geneticamente modificati (CAR-T) ed altre forme di immunoterapia avanzata nei disordini linfoproliferativi, così come la sperimentazione di nuovi farmaci target nell’ambito dei disordini mieloproliferativi. La clinica è un centro di riferimento internazionale per lo studio della principale complicanza del trapianto di Cellule Staminali (la GVHD) ed attualmente coordina oltre 100 sperimentazioni cliniche di cui 50 interventistiche (in corso di attivazione anche studi di fase 1 come l’uso di CAR-T nel Mieloma)”.
Un ruolo importante negli studi di Fase I è svolto dalla Struttura di Medicina di Laboratorio ed è proprio il suo Direttore, Marco Moretti, a evidenziare che: “Il ruolo della Medicina di Laboratorio negli Studi Clinici è quello di garantire: una logistica fisica-informatica del campione biologico per un adeguato percorso e una completa tracciabilità dalla raccolta alla conservazione e recupero; certezza del risultato analitico il cui potere informativo è a disposizione del Clinico in tempo consono e nella corretta cornice di riferimento, per le appropriate decisioni per la sicurezza del paziente e l’integrità dello studio. Sottolineo inoltre il parco tecnologico e risorse informatiche adeguate, il lavoro in team fra SOD, la costante informazione e formazione e gli Input propositivi e propulsivi da parte della Direzione”.
“La Farmacia Ospedaliera dell’AOU Ospedali Riuniti di Ancona è da tempo fortemente impegnata nella sperimentazione clinica dei farmaci grazie al contesto in cui opera che da sempre si distingue per la partecipazione a numerosi studi clinici. La normativa relativa alle sperimentazioni cliniche di Fase I richiede standard elevati che sono garantiti dalla presenza di un laboratorio di avanguardia, dall’expertise del personale dedicato e dalla continua implementazione e definizione di procedure e percorsi curati nel dettaglio. Grazie all’utilizzo di software dedicati e di strumentazione tecnologicamente avanzata, siamo in grado di assicurare sia un allestimento corretto che una completa e puntuale tracciabilità del percorso del farmaco”, sottolinea Adriana Pompilio, Direttore Farmacia Ospedaliera Ospedali Riuniti di Ancona.
“La Medicina Interna d’Urgenza e Subintensiva ha accreditato un settore per gli studi di Fase 1 nell’ambito della Medicina d’Urgenza con l’obiettivo di contribuire allo sviluppo di conoscenze e terapie innovative in un ambito dove è difficile attuare ricerca – conclude Aldo Salvi, Direttore della Medicina Interna d’Urgenza e Subintensiva -. Abbiamo caparbiamente perseguito questo obiettivo proprio per dare l’opportunità di farmaci innovativi anche ai nostri assistiti in condizioni di criticità, per i quali spesso la scelta appropriata e tempestiva del trattamento può essere sostanziale per la vita. Siamo orgogliosi di essere uno dei pochi centri in Italia con questa specifica connotazione.”