ANCONA – “Più di mille parole, il grafico qui sotto illustra la situazione dell’andamento della pandemia nelle Marche da metà novembre. La linea blu rappresenta il numero dei contagi, mentre la linea rossa quello complessivo dei ricoveri, sia in terapia intensiva che in area medica”.
Lo scrive su Facebook Francesco Acquaroli, presidente della Regione Marche che da lunedì passerà in zona arancione: il grafico mostra una parabola in fase ampiamente discendente dei casi di positività e una linea in aumento dei ricoveri con pendenza molto più limitata.
“È evidente che a fronte di un aumento molto elevato di positivi registrati, – afferma Acquaroli – non corrisponde un uguale aumento dei ricoveri nelle nostre strutture ospedaliere, consegnandoci la fotografia di una situazione che fortunatamente, anche grazie alla campagna vaccinale, resta sotto controllo.
Pensate che i dati che ieri ci hanno portato in zona arancione sono il 21,1% di ricoveri in terapia intensiva (54 ricoveri su 256 posti letto) – aggiunge – e del 32,9% in area medica (338 ricoveri su 1.027 posti letto). Già con i dati di oggi – riferisce Acquaroli – abbiamo il 20,3% in terapia intensiva (52 ricoveri), e il 31,7% in area medica (325 ricoveri)”.
“Per questo abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere al Governo di cambiare strategia e di adeguarla a questa nuova fase, che a noi risulta chiara e inequivocabile. – sottolinea il presidente delle Marche – La zona gialla, e a maggior ragione la zona arancione, comportano un messaggio di allarme con delle ulteriori conseguenze sociali ed economiche. Se il Governo ritiene di non rimuovere questo tipo di divisione in fasce di colore e di restrizioni, deve anche fronteggiarne le conseguenze che pesano su interi settori, come il turismo, le attività commerciali ed economiche, il mondo dello spettacolo e non solo. Come ho più volte ribadito, le Regioni non possono intervenire con provvedimenti contrari rispetto a queste decisioni prese dal Governo. Ritengo però urgente – conclude – riprendere la discussione in sede di Conferenza delle Regioni per chiedere al Governo nuovi ristori in virtù delle restrizioni che impone”.