Per l’alluvione di Senigallia, imputati prosciolti da tutte le accuse tranne per quella di inondazione colposa. Il non luogo a procedere è stato deciso oggi dalla gup del tribunale dell’Aquila Guendalina Bucella per i reati di omicidio colposo, lesioni personali, omissione di atti di ufficio e falso (prescritti). Rinvio a giudizio invece per i due ex sindaci della città Luana Angeloni e Maurizio Mangialardi (attualmente capogruppo Pd in Consiglio regionale), e altre sei persone solo per il capo di imputazione relativo all’inondazione colposa per i fatti del 3 maggio 2014 quando l’esondazione del fiume Misa causò quattro morti e circa 180 milioni di euro di danni. Il processo si aprirà il 9 giugno al Tribunale monocratico dell’Aquila. Oltre ai due ex sindaci andranno a processo il comandante dei vigili urbani Flavio Brunaccioni, Gianni Roccato dell’ufficio tecnico del Comune, l’ex dirigente della Provincia Massimo Sbriscia, il presidente dell’Autorità di bacino Mario Smargiasso, l’ingegnere Alessandro Mancinelli, consulente del Comune e Libero Principi, funzionario Lavori Pubblici della Regione. Dopo l’improcedibilità dichiarata dal tribunale di Ancona il fascicolo era passato in Abruzzo dove oggi si è tenuta l’udienza preliminare. La stessa Procura dell’Aquila aveva chiesto oggi il proscioglimento per i capi di accusa anche relativi al percorri Misa, il percorso ciclopedonale che passa a fianco del fiume esondato, per cui si ipotizzava l’abuso di ufficio. Anche per questa accusa la gup ha dichiarato il non luogo a procedere perché “il fatto non previsto dalla legge come reato”. Non c’era dolo: ha ritenuto inimmaginabile che pubblici amministratori approvino volontariamente un’opera pubblica ai danni della città