Caporalato in autolavaggi, dopo gli arresti scatta il sequestro di beni

PESARO – Per l’accusa, approfittando dello stato di bisogno di lavoratori egiziani, li costringevano a turni massacranti, con straordinari non pagati, sotto minacce e sopraffazioni, in cambio di stipendi da fame, lontani dai minimi di legge e di rispetto della dignità umanai.

Il Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Pesaro e Urbino ha bloccato conti correnti, veicoli e quote societarie a una società e a quattro persone arrestate il 14 luglio 2021 per intermediazione illecita e sfruttamento della manodopera in autolavaggi, uno dei quali situato nella zona di Fano. Tra ‘risparmio’ su salari e investimenti in sicurezza, soldi mai versati all’Inps, gli indagati avrebbero ricavato guadagni illeciti per circa 290 mila euro in due anni.

Nel luglio scorso l’esecuzione degli ordini di custodia cautelare su ordine del gip di Pesaro, nei giorni scorsi l’ulteriore misura del gip, su istanza della Procura, che ha disposto il sequestro preventivo sui beni mobili ed immobili per l’equivalente dei profitti illeciti ricavati dallo sfruttamento dei lavoratori.

Ciò grazie alle minuziose indagini patrimoniali sui documenti acquisiti in sede di arresti, da parte dei Carabinieri del Nil di Pesaro ed Urbino, operante all’interno dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Pesaro.