ANCONA – Dubbi sul nesso casuale tra lo spray al peperoncino e la fuga in massa che provocò la morte di cinque minorenni e di una mamma e approfondimenti mancanti su uno dei due macchinari del fumo scenico che addirittura sparì dalla discoteca Lanterna azzurra il giorno dopo la tragedia di Corinaldo, avvenuta la notte tra il 7 e l’8 dicembre del 2018.
Sono i punti messi in evidenza oggi, nelle arringhe difensive, ad Ancona, nell’udienza di Appello per la ‘banda dello spray’ imputata per i fatti di quella notte e accusata di avere agito per creare confusione e approfittarne per mettere a segno furti di oggetti preziosi. Secondo l’avvocato Carlo De Stavola, che difende Ugo Di Puorto, uno dei sei imputati del gruppo della Bassa Modenese , più che lo spray al peperoncino i i fumi sprigionati da una macchina per effetti scenici avrebbero avuto un ruolo nello scatenare il fuggi fuggi in cui morirono schiacciate le sei vittime.
De Stavola ha spiegato davanti alla Corte di Assise di Appello di Ancona che uno dei macchinari per il fumo fu ritrovato solo dopo un mese, grazie ad una rogatoria, a San Marino, a casa dell’addetto ai fumi di quella sera. Il macchinario sarebbe stato malfunzionante.
Oggi è stata la penultima udienza per la banda, prima del verdetto che arriverà tra una settimana, il 17 marzo, quando si terranno le repliche e i giudici si ritireranno in camera di consiglio. Gli imputati erano tutti collegati dai vari istituti penitenziari, tranne Moez Akari, presente in aula e tradotto dal carcere di Montacuto dove è recluso. Raffaele Mormone e Badr Amouiyah, collegati via video, hanno rilasciato dichiarazioni spontanee, chiedendo scusa per i furti di collanine commessi in passato, ma negando di aver provocato i morti alla Lanterna.
Oggi le arringhe difensive sono state sostenute anche dai loro avvocati, Pierfrancesco Rossi per Mormone e Alessandro Cristofori per Amouiyah che si è soffermato sul mancato rispetto delle norme di sicurezza quali cause della tragedia (oltre alle vittime, ci furono circa 200 feriti) e sulla esclusione dell’associazione a delinquere.