Ben 17 mila ore di intercettazioni ambientali, ottenute dall’interno dell’automobile di uno degli indagati. E’ solo uno degli elementi che emergono dall’inchiesta della Procura di Ancona, direzione distrettuale antimafia, dalla quale risultano indagate 22 persone per presunto conferimento di rifiuti pericolosi, in almeno un caso anche radioattivi, nella discarica di Alto Bretta, nel Comune di Ascoli. Coinvolta la Geta Srl e i suoi vertici, gestori della discarica, e molti politici piceni, tra cui l’ex vicepresidente regionale Anna Casini, e gli ex presidenti della Provincia Piero Celani e Sergio Fabiani.
Bisogna dire che già un anno fa le stesse accuse nei confronti della Geta Srl, anche se non nei confronti dei politici, erano presenti in un fascicolo di 450 pagine con il quale il Pm chiese delle misure cautelari poi rigettate dal gip di Ancona Carlo Masini.
Nessuno degli indagati, e neppure alcuna forza politica ha commentato pubblicamente i contenuti dell’indagine, per la quale, oltre la mole di intercettazioni, non sembrano esserci prove fotografiche o ammissioni.
Da parte sua la Geta Srl ha diffuso una nota con la quale ribadisce che “Tale prosecuzione dell’inchiesta dopo oltre un anno lascia dubbi e perplessità. Nessun favore è stato ricevuto dalla politica, nessuna sponsorizzazione è stata fatta per scopi diversi da quelli di liberalità. La Geta ha sempre sostenuto società sportive, amatoriali ed eventi sportivi che sono il seguito di una strategia filantropica iniziata dal fondatore Ivo Brandimarti”.