CASTIGNANO – Sulla vicenda dell’inchiesta sui rifiuti nella discarica Geta dell’Alto Bretta interviene Luigi Cava di Fratelli d’Italia, già consigliere comunale di Castignano.
Nel 2014, dall’oggi al domani, la comunità ripaberardese apprese la notizia dell’abbancamento di 30 mila tonnellate di rifiuti solidi urbani presso la discarica di valle Bretta.
L’allora presidente della Provincia di Ascoli Piceno Paolo D’Erasmo, presso la sala Sant’Egidio di Ripaberarda, spiegò che tale scelta era figlia di un’emergenza che si era venuta a creare e che il disagio per i ripaberardesi avrebbe interessato un periodo non superiore a 6 mesi.
La storia è testimone del fatto che l’impegno non fu rispettato e che quella condizione di straordinarietà che sarebbe dovuta durare sei mesi, si sarebbe trasformata nella condanna di un’intera area per la quale erano state attivate procedure di riconoscimento come “Parco dei Calanchi e dell’Ascensione”.
Nel 2015, ormai accertato l’inganno perpetrato nei confronti di una intera comunità il sottoscritto, in veste di consigliere comunale di minoranza a Castignano, insieme ai colleghi consiglieri Eros De Carolis e Lino Corradetti, presentammo una mozione per chiedere l’istituzione di “una Commissione speciale atta a garantire il massimo livello di attenzione e trasparenza sul tema”.
Con la Mozione consiliare che presentammo sette anni fa, si chiedeva anche di diffidare la Geta ad agire senza le autorizzazioni previste dalla normativa vigente in materia.
Il sindaco Polini e la sua maggioranza bocciarono la nostra mozione, ispirata da forti istanze che provenivano dalla popolazione ripaberardese e che avrebbe consentito di vigilare su una situazione che destava sospetti già dal 2015.