ABRUZZO – Dopo due anni di stop a causa delle restrizioni anticovid, torna nei comuni italiani la tradizione dei riti pasquali. Le processioni con statue, bande e cori sfileranno per le vie di città e paesi richiamando fedeli e spettatori. E così diversi sindaci, per prevenire una nuova impennata di contagi, stanno firmando ordinanze che impongono la mascherina anche all’aperto.
Ad oggi la mascherina è necessaria all’aperto solo in caso di assembramenti, mentre sull’obbligo al chiuso, che è ancora in vigore, il governo deciderà dopo le feste, come ha ribadito oggi Roberto Speranza. “Ora le mascherine sono essenziali. Dopo Pasqua faremo una valutazione e decideremo sul loro utilizzo, ma in questo momento raccomando di usarle quando ci sono rischi perché la circolazione virale è ancora molto alta”, ha detto il ministro della Salute. Intanto al Centrosud – dall’Abruzzo alla Sicilia – diversi sindaci hanno deciso di ristabilirne l’obbligo per i “facchini” e i coristi, che in alcuni comuni dovranno anche sottoporsi al tampone o mostrare il Green pass rafforzato. Il primato per le misure più restrittive finora va a Prezza (L’Aquila): un piccolo focolaio nella comunità parrocchiale ha spinto il prete ad annullare la processione.
A Sulmona, invece, il sindaco ha imposto la mascherina all’aperto per seguire la processione del Cristo Morto e la “corsa” della Madonna. Sempre in Abruzzo a Lanciano (Chieti) mascherina obbligatoria per assistere a tutti i riti. “C’è una recrudescenza del Covid, serve prudenza”, ha detto il primo cittadino.