ANCONA – Non ci sono al momento indagati per la scomparsa di Andreea Alice Rabciuc, la 27enne romena che viveva a Jesi, di cui si sono perse le tacce la mattina del 12 marzo.
È quanto ha appreso l’ANSA da fonti investigative, dopo che sono stati ascoltate tre persone nella caserma dei carabinieri di Jesi, alla presenza del pm Irene Bilotta.
I tre, sentiti come persone informate sui fatti, che hanno visto Andreea per l’ultima volta: il suo fidanzato e una coppia, con cui la ragazza e il suo compagno avevano trascorso la notte nelle campagne di Montecarotto, in un’area (oggi posta sotto sequestro con tanto di sigilli), dove si trovano un casolare diroccato e una roulotte. Il magistrato è rimasto in caserma fino alle 15 circa.
Andreea si era allontanata a piedi tra le 6 e le 7 del mattino, secondo quanto avevano riferito i tre, dopo un lungo, violento litigio con il fidanzato, al quale era rimasto il telefono cellulare della donna.
Stamane è stata sequestrata l’auto del fidanzato campionessa romena di tiro a segno e sono stati posti i sigilli all’area intorno ad un casolare e ad una roulotte nel territorio di Montecarotto, dove Andreea aveva trascorso la serata tra l’11 e il 12 marzo con il compagno e altri amici.
Il pm Bilotta ha aperto nei giorni scorsi un fascicolo contro ignoti, dopo la denuncia di scomparsa presentata dalla madre della ragazza. In passato Andreea si era già allontana da casa altre volte, ma con il passare dei giorni si teme sempre più che non si tratti di un allontanamento volontario.
Finora però gli appelli lanciati dalla madre (con cui abita a Jesi) e dallo stesso compagno via social sono caduti nel vuoto. Successivamente il suo caso era stato collegato al ritrovamento del cadavere mutilato in un borsone nel fiume Po a Occhiobello (Rovigo), ma poi era stato escluso che il corpo potesse essere il suo.
La ragazza si era allontanata a piedi dopo il litigio e il cellulare era rimasto al fidanzato, che lo ha consegnato alla madre della 27enne dopo un giorno e mezzo.