Dopo gli attacchi dell’opposizione e i mugugni in maggioranza, l’avvocato Domenico Paolo Gaetani, fratello del consigliere Stefano Gaetani, rifiuta la nomina di difensore di fiducia del Comune di San Benedetto nella causa della società Areamare davanti al Tar.
Per maggiori chiarimenti riceviamo e pubblichiamo la nota del legale:
Avendo con rammarico constatato che sono sorte contestazioni (seppur assolutamente infondate in fatto e in diritto) nonché polemiche “politiche”, anche all’interno della maggioranza, in relazione alla mia nomina quale difensore di fiducia del Comune di San Benedetto del Tronto nella causa promossa dalla Soc. AreaMare S.r.l. avanti al T.A.R. Marche di Ancona, ho ritenuto (con comunicazione inviata al Sindaco) di dover rinunciare al mandato di avvocato, non sussistendo più per me le condizioni per poter svolgere con serenità il conferito incarico professionale.
Ritengo però che, affinché non venga strumentalizzata anche questa decisione, debbano essere chiariti alcuni aspetti di questa vicenda:
1) Nel pomeriggio del 5 aprile mi è stato chiesta la disponibilità ad accettare l’incarico di difendere il Comune nella causa promossa da AreaMare srl e poiché il termine per depositare la memoria di costituzione al Tar Marche sarebbe scaduto il giorno dopo alle ore 12.00, vista l’urgenza, ho accettato.
2) L’incarico mi era stato proposto dall’Assessore di riferimento Bruno Gabrielli e poi formalizzato dal Sindaco Spazzafumo e tutto questo senza che mio fratello Stefano Gaetani ne avesse avuto conoscenza, anche perché il fatto di avere un fratello consigliere comunale non costituiva motivo di incompatibilità e l’incarico poteva essere svolto nella più assoluta legalità.
3) Per quel che mi risulta, prima di me erano stati contattati altri avvocati i quali, però, avevano manifestato motivi veri di incompatibilità per avere essi cause in corso contro il Comune di San Benedetto del Tronto.
4) In esecuzione dell’incarico, ho depositato tutti gli atti in scadenza e ora il Comune dovrà conferire un mandato ad altro professionista prima della prossima udienza fissata per il giorno 27 aprile davanti al Tar Marche.
5) Poiché chi si è finora occupato di questa vicenda ha tralasciato di riferire a quanto ammonta il compenso professionale indicato nella stessa Determina con cui ero stato nominato difensore di fiducia, ritengo sia giusto chiarire che il compenso era stato concordato in circa 4.000,00 euro (euro 5.000,00 comprensivi di spese, oneri previdenziali e IVA), nella misura minima prevista dal Tariffario professionale.
6) A questo punto mi auguro che i politici, d’ora in poi, si occupino della questione valutandola nel merito e non nei formalismi, poiché sono in discussione decisioni che riguardano il futuro urbanistico della nostra città ed è su questo che i politici devono riferire a tutti i cittadini.