SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Alle ore 13 conferenza stampa dell’Ugl e del Nursing Up (Sindacato Infermieri Italiani) in merito alle possibili decisioni di taglio degli infermieri dal Pronto Soccorso dell’Ospedale Madonna del Soccorso di San Benedetto.
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Presenti Marco Cornacchia del Nursing Up e Benito Rossi di Ugl Salute.
“Siamo qui in rappresentanza di tutti i colleghi – esordisce Benito Rossi – Perché alle porte dell’estate arrivano notizie di riduzione del personale, perché ufficialmente non ci arrivano comunicazioni ufficiali. Mettiamo le mani avanti. Se poi l’azienda non intende procedere a riduzioni, meglio. Noi pensiamo che il Pronto Soccorso di San Benedetto è da prendere ad esempio come sistema organizzativo”.
“Noi apparteniamo entrambi al sistema interno delle Rsu aziendale, e se ci avessero convocato prima di attivare questo vortice di voci e chiacchiere, il percorso sarebbe stato più lineare. Il Covid non è finito, e questo è un primo punto da capire. In questo momento abbiamo tre percorsi diversi: abbiamo una osservazione breve per pazienti Covid che va dagli 8 ai 12 posti letto, gestiti dallo stesso medico del Pronto Soccorso” continua.
“Inoltre abbiamo un ingresso per i pazienti sospetti Covid, che si trovano in altre stanze in attesa dell’esame. Infine i pazienti non Covid. Il Pronto Soccorso anche attraverso i posti letto della Medicina d’Urgenza. Per discriminare questi tre percorsi, fuori, sul piazzale, c’è l’infermiere del pre-triage, che deve filtrare sulla base di eventuali sintomi Covid – aggiunge – Quindi non vediamo alcuna necessità per ridurre gli infermieri al Pronto Soccorso. Sono gli altri pronto soccorso che possono seguire il nostro esempio organizzativo, non noi che dobbiamo seguire chi magari ha più difficoltà. Soprattutto fare il taglio prima dell’estate è assurdo”.
“Le voci riguardano l’eliminazione dell’infermiere del pre-triage esterno, e togliere uno dei due infermieri che gestiscono i pazienti Covid (da 8 a 10), a fronte di nessun tipo di riorganizzazione. Se tagliamo gli infermieri come minimo dobbiamo indicare dove mandare i pazienti” conclude Rossi. In tutto quindi sei infermieri, considerando i turni da 8 ore.
Marco Cornacchia: “Noi lavoriamo con pazienti in acuto, inviando i pazienti negli ospedali marchigiani dove ci sono le specializzazioni più adatte. E lo stesso vale per la ventilazione. Il Pronto Soccorso riesce a gestire i pazienti sulla base delle sue reali necessità. La riduzione del personale significa che gli stessi infermieri che fanno triage o emergenza con la divisa anti-Covid devono entrare in sala. Noi siamo lì per salvare le vite. Che senso ha centellinare gli infermieri, adesso che abbiamo trovato un assetto organizzativo adatto. Il pre-triage consente di fare una valutazione rapida, ad occhio, dei pazienti. Lo stesso per dare informazioni ai pazienti. Toccare l’emergenza è sbagliatissimo e infondato”.
“Sono dovuti arrivare i medici delle cooperative – aggiunge Rossi – Però il nostro è un sistema lavorativo di equilibrio, già adesso notiamo file di 50-60 persone: e siamo ad aprile, cosa accadrà d’estate? I pazienti che non andranno più in Medicina d’Urgenza dove andranno? Nei reparti se ci sono i posti letto, altrimenti restano in Pronto Soccorso, con le barelle sui corridoi”.
“Inoltre da gennaio almeno qui a San Benedetto ci è stata tolta l’indennità per lavorare in ambito di malattie infettive” afferma il rappresentante Ugl, “ma siamo più feriti dal punto di vista professionale che economico”.
“Il Pronto Soccorso dovrebbe aumentare il numero di infermieri per migliorare ancora il livello di assistenza, e non tagliate – aggiunge Cornacchia”.