PESCARA – Due mesi fa la consegna, alla Capitaneria di Porto, dei documenti, da parte degli armatori di Pescara. I costi elevati impediscono di uscire con le barche. Poi il rientro graduale, dopo circa una settimana, a una normalità lavorativa, che di fatto non c’è. Il caro gasolio sta mettendo in ginocchio il settore e questa mattina, all’Aurum di Pescara, i delegati provenienti da molte regioni italiane hanno stilato un documento condiviso, per avanzare richieste specifiche al Governo, come il fermo biologico anticipato.
Animi surriscaldati e confronto serrato tra i vari esponenti presenti.
A coordinare l’assemblea sono stati il presidente delle Marinerie Italiane Francesco Caldaroni, il presidente dell’associazione Armatori di Pescara Francesco Scordella e il presidente della Marineria di Trani Nicola Tedeschi.
Ecco le richieste: costo del gasolio massimo di 0,50 centesimi, fermo biologico facoltativo, attivazione della cassa integrazione straordinaria e retroattiva dal 1 gennaio 2022 per gli imbarcati, blocco dei mutui per un anno per armatori e marittimi. Se entro 15 giorni dal Governo non dovessero arrivare le risposte chieste, le marinerie procederanno allo stop totale e definitivo dell’attività e ai licenziamenti.