Un gruppo di circa 50 cittadini di Piedilama ha inviato questa nota alla nostra emittente per rimarcare di non essere contrari ad accogliere Pescara ma non accettano il consumo di altro suolo.
Doveroso per il valore della verità, ripudiare il messaggio mediatico che da giorni imperversa sui social e sull’informazione giornalistica.
Viene alterato profondamente il contenuto del documento che alcuni proprietari di Piedilama avevano inviato alle Autorità interessate alla ricostruzione.
Mai ci siamo presentati come associazione di proprietari;
Mai abbiamo asserito contrarietà all’accoglienza degli abitanti di Pescara del Tronto;
Mai abbiamo pensato di perseguire interessi puramente personali di blocco alla ricostruzione.
Piuttosto siamo stati spinti dalla volontà di non poter accettare come unica possibilità di ricostruzione l’uso e il consumo di altro suolo, vincolato e tutelato dalle leggi in materia.
Le gravi perdite umane avute quella sventurata notte, appartengono a noi tutti, così come i decessi successivi, avvenuti dopo lo sradicamento dal territorio di molti anziani.
Tanti sono stati i lutti e tutti ci coinvolgono.
Chiediamo che nell’accoglienza di chi ha un bisogno reale d’integrazione nelle altre realtà del Comune di Arquata, si tenga conto di tutte le possibili vie che conservino e rispettino questo territorio comunale, compreso quello di Piedilama e voler preservare l’ambiente, come noi abbiamo chiesto, non vuol dire non accogliere.
Abbiamo semplicemente proposto il recupero di zone già cementificate, come le Sae costruite su zone espropriate e quindi oggi ad uso pubblico, già cementificate e urbanizzate, e le altre zone demaniali o l’uso di collabenti, anche nel paese stesso di Piedilama.
Così si è fatto, per esempio, con il recupero delle cave di Pescara.
Tutto questo è stato proposto civilmente e democraticamente e siamo rimasti in attesa di una risposta attenta alle reali ragioni di ogni parte coinvolta nella ricostruzione.
Ma così non è stato.
È partita solo una pesante aggressione mediatica senza che, sui temi proposti, ci sia stato un reale confronto e una risposta concreta. Il Comune si è trincerato dietro asseriti percorsi di condivisioni, in realtà mai avvenuti e la paura, infondata, di bloccare la ricostruzione, ha indotto tutti a chiudere entrambi gli occhi di fronte alle nostre legittime richieste, anche strumentalizzando il terribile dramma vissuto del nostro territorio.
Per questo ribadiamo il nostro sì alla solidarietà, sì all’integrazione, sì ad una ricostruzione attenta al territorio che colga le opportunità di recupero degli spazi già presenti; sì alla tutela del parco dei Sibillini, bene di tutto il Comune di Arquata del Tronto.