ASCOLI PICENO – Con l’adozione di misure cautelari personali a carico di tre indagati, disposte dal Gip del Tribunale di Fermo su richiesta della Procura della Repubblica dello stesso Tribunale, si è conclusa in questi giorni una vasta operazione del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno, denominata “Tifone”, che ha consentito di disarticolare un’organizzazione criminale dedita allo spaccio e al traffico di sostanze stupefacenti operante nelle province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata.
Le misure – una custodia cautelare in carcere, una degli arresti domiciliari e una del divieto di dimorare nella provincia di Fermo – eseguite dalle Fiamme Gialle fanno seguito all’arresto dei due trafficanti “ovulatori” tunisini scoperti in flagranza di reato dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Ascoli Piceno.
Grazie a complesse indagini sostenute da operazioni tecniche di intercettazioni telefoniche, dall’utilizzo di dispositivi di geolocalizzazione, dall’impiego delle unità cinofile sono state denunciate complessivamente 15 persone per traffico di sostanze stupefacenti, in concorso tra loro, nonché il sequestro di circa 300 grammi di eroina pura.
In campo anche il personale militare qualificato Computer Forensics and Data Analysis per l’esecuzione degli accertamenti tecnici, mediante estrazione di copia forense sul materiale informatico e gli smartphones sottoposti a sequestro. Gli accertamenti patrimoniali nel frattempo eseguiti dai militari del Nucleo di Ascoli Piceno sul conto degli indagati hanno permesso di appurare una sproporzione tra beni posseduti e redditi ufficialmente dichiarati, per effetto della quale sono state avanzate all’Autorità giudiziaria proposte di sequestro preventivo e per equivalente finalizzate alla confisca di beni e per un valore complessivamente pari a 160.575,00 euro.
Le condotte illecite sono attualmente al vaglio dell’Autorità giudiziaria e, sulla base del principio di presunzione di innocenza, l’eventuale colpevolezza delle persone sottoposte ad indagine sarà definitivamente accertata solo se intervenisse sentenza irrevocabile di condanna, a cui seguirebbe la confisca del profitto del reato.