JESI – Dopo lo straordinario successo della prima edizione, Fratelli d’Italia, attraverso i Dipartimenti “Tutela Vittime” e “Legalità e Sicurezza”, coordinati rispettivamente da Cinzia Pellegrino e dal Sen. Alberto Balboni, annuncia la seconda edizione della campagna nazionale “Onda tricolore contro le mafie”, una staffetta informativa e di sensibilizzazione che dal nord Italia percorre il territorio nazionale arrivando alle regioni del Sud in concomitanza con l’anniversario della morte del giudice Paolo Borsellino, avvenuta il 19 luglio 1992.
Nelle Marche l’evento si è svolto a Jesi, alla presenza dei responsabili regionali dei Dipartimenti promotori dell’iniziativa, Sandra Amato e Antonio Baldelli e del capogruppo alla Regione di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli. Tra i presenti Belinda Raffaeli, responsabile provinciale Dipartimento Tutela Vittime e il candidato a sindaco di Jesi alle prossime elezioni amministrative Antonio Grassetti e alcuni candidati nella lista di partito.
“Il tema della lotta alla criminalità organizzata – hanno affermato Sandra Amato e Antonio Baldelli, al termine del flash mob tenutosi nel centro storico di Jesi – deve portare tutte le forze politiche in un’unica direzione. E’ una battaglia non ancora vinta, che il partito intende portare avanti, alacremente, con fermezza e senza esitazione. In questi anni abbiamo cercato di tenere alta l’attenzione sui fenomeni mafiosi nazionali ma anche su quelli stranieri, che interessano purtroppo anche la nostra regione. I nostri parlamentari stanno portando avanti delle proposte, come quella del mantenimento dell’ergastolo ostativo, dell’istituzione di specifiche sezioni DIA sul territorio per contrastare le cosiddette ‘nuove mafie’, in particolare quella cinese e nigeriana, la modifica del codice antimafia relativo all’affidamento dei beni confiscati, il potenziamento di strumenti e risorse per le nostre forze dell’ordine e si lavora su nuove idee, come quella di istituire uno sportello antiusura in ogni provincia.
Ma vi è di più: le cosche stanno mietendo nuove vittime approfittando della crisi economica causata dal Covid. Infatti se la rapida diffusione del virus ha colto tutti impreparati, ciò non succede per le organizzazioni criminali che sono in grado di farvi fronte più agevolmente perché è nella loro natura la capacità di rapido adattamento ai mutamenti economici e sociali. Tali organizzazioni sono pronte inoltre a sfruttare l’arrivo di risorse pubbliche provenienti dal Pnrr. È importante pertanto non abbassare la guardia, pensare a politiche di sostegno per le nostre aziende e di tutela dei nostri cittadini a dimostrazione dell’esistenza di uno Stato presente e proattivo”.