Viene da dire che la Procura di Teramo gioca in casa perché l’inchiesta portata avanti dai pm Davide Rosati e Stefano Giovagnoni riguarda proprio il palazzo di giustizia. Nel mirino sono finiti sei dipendenti del Tribunale e della stessa Procura.
La polizia giudiziaria ha compiuto accertamenti scrupolosi e certosini. Le accuse, piuttosto pesanti, sono diverse e vanno tutte confermate. Si passa dalla truffa aggravata ai danni dello Stato alle false attestazioni o certificazioni.
In sostanza avrebbero timbrato con cartellino marcatempo anche per colleghi che, in quel momento, erano assenti.
Gli indagati hanno venti giorni di tempo per presentare memoria difensiva o chiedere di essere ascoltati. Quindi la Procura deciderà se fare richiesta di archiviazione o chiedere il rinvio a giudizio.
La falsa timbratura del cartellino fa sì che scatti il reato di truffa, che è aggravata, ai danni dello Stato o di altro ente pubblico, quando si tratta di pubblici dipendenti.
Insomma un’altra inchiesta sui furbetti del cartellino.
A Teramo è in corso il processo per due persone che lavoravano alla Asl. Un medico e un assistente sociale all’epoca dei fatti in servizio nella Rsa psicogeriatrica di Casalena. Anche in questo caso sono accusati di truffa e false attestazioni. L’assistente sociale ha patteggiato un anno con la scelta del rito alternativo, mentre il medico è stato rinviato a giudizio e a luglio ci sarà la prima udienza del processo.