Omicidio Cianfrone, la nuova perizia incastra i coniugi Giuseppe Spagnulo e Francesca Angiulli

Si aggrava la posizione di Giuseppe Spagnulo e Francesca Angiulli, i coniugi accusati dell’omicidio di Antonio Cianfrone, l’ex vice comandante della caserma dei caranieri di Monsampolo ucciso la mattina del 3 giugno del 2020 mentre faceva jogging lungo la pista ciclabile di Pagliare.

Dalla perizia affidata dalla corte d’assise di Macerata al professor Saverio Romolo dell’università di Bergamo emergerebbe che sarebbero residui di polvere da sparo le particelle prelevate dalle manopole della motocicletta di Giuseppe Spagnulo. A rivelarlo gli esami di laboratorio effettuati presso l’università inglese di Oxford ed eseguiti dal consulente nominato dai giudici, a dicembre dello scorso anno, a seguito dei dubbi sollevati nel corso del dibattimento in aula dai difensori della coppia, gli avvocati Alessandro Angelozzi, Felice Franchi e Gianfranco Di Marcello sui test svolti dagli esperti del Ris in fase di indagine.

Moglie e marito hanno sempre negato di essere stati loro ad uccidere Cianfrone ma ad incastrarli, oltre alle testimonianze e alle immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona in cui è stato compiuto l’omicidio che hanno ripreso la moto con due persone in sella allontanarsi a gran velocità, ci sarebbero ora anche i risultati della consulenza tecncica.

La sentenza del processo di primo grado in cui sono imputati Giuseppe Spagnulo e Francesca Angiulli era attesa lo scorso 16 dicembre dopo che il Pm Umberto Monti al termine della sua requisitoria aveva chiesto la condanna all’ergastolo per entrambi. Ma la Corte d’Assise presieduta dal giudice Andrea Belli ritenne necessario affidare una nuova perizia balistica.