Nei suoi computer aveva oltre 5mila foto pedopornografiche. Per questo un 43enne di Martinsicuro è stato condannato, in primo grado, a 3 anni. La sentenza è stata emessa ieri dal gup del tribunale dell’Aquila Baldovino De Sensi al termine di un rito abbreviato in cui la Procura aveva chiesto una condanna a 2 anni e 8 mesi. L’uomo, difeso dall’avvocato Federico Di Teodoro, resta rinchiuso nel carcere di Lanciano. Il 43enne era finito in manette dopo una segnalazione arrivata alla polizia postale dai circuiti internazionale di cooperazione in materia di contrasto allo sfruttamento dei minori online.
Scarcerato dopo qualche giorno per una incompetenza territoriale sollevata dal giudice delle udienze preliminari. Un cavillo che non fermato le indagini. Così nella sua abitazioni erano stati trovati complessivamente 5000 immagini ed oltre 1000 video con immagini pedopornografico. Per l’uomo, già conosciuto per gli stessi reati, era scattato un nuovo arresto chiesto dal pm della Procura distrettuale dell’Aquila Roberta D’Avolio e disposto dal gip Guendalina Buccella.
Tutto il materiale acquisito nel corso delle indagini e dei conseguenti sequestri era stato così portato dinanzi al compartimento regionale della polizia postale diretto da Elisabetta Narciso. L’accertamento fatto sui 13 computer, i due tablet e le due chiavette Usb in possesso dell’uomo hanno permesso di trovare 500 immagini e 1000 video con contenuti pedopornografici. Secondo la ricostruzione della polizia, l’arrestato caricava sulla rete internet numerosi file immagine e video, in particolare intratteneva chat con altri utenti e, con questi, si scambiava file di natura pedopornografica, caricandoli su piattaforme che consentivano poi la condivisione degli stessi.