“Il Movimento 5 Stelle anche nelle Marche unito con Giuseppe Conte”. Lo scrivono in una nota i senatori pentastellati Giorgio Fede (coordinatore regionale), Donatella Agostinelli, Mauro Coltorti, Sergio Romagnoli, la sottosegretaria Rossella Accoto, e i deputati Maurizio Cattoi, Roberto Cataldi e Mirella Emiliozzi. Nelle Marche, tra i parlamentari, solo la deputata Paola Terzoni si è schierata con Luigi Di Maio e il nuovo Gruppo Insieme per il Futuro lamentando una “riorganizzazione posta in atto da Conte, decisa a tavolino da qualcuno senza una reale partecipazione e condivisione di intenti”.
Il M5s, affermano invece gli altri parlamentari, “è fatto da donne e uomini che vogliono cambiare il Paese in cui viviamo e che hanno cominciato a realizzare concretamente questo sogno, sia a livello locale che a livello nazionale, con i Governi Conte I e Conte II, e provvedimenti attesi da decenni o anche completamente innovativi ma fondamentali, come il superbonus, lo spazzacorrotti, il reddito di cittadinanza è tanti altri che per brevità non citiamo”. “Da sempre soffriamo il problema dei fuoriusciti o delle uscite scomposte, nei gruppi locali, nei Consigli e soprattutto in Parlamento, – prosegue la nota – e quest’ultima sortita, seppur corposa e guidata dall’ex capo politico, non si differenzia dalle altre: non ‘scissioni’ o addirittura “scismi”, ma uscite che lasciano ampi dubbi sul fatto che queste scelte possano anche essere state fatte per soldi, poltrone, non rispetto delle regole, perché chi invoca la serietà e le regole le rispetta per primo, e andando a verificare non tutti lo hanno fatto”. “Stare nel Movimento – scrivono – non è per tutti, richiede spirito di sacrificio, lavoro, rinunce (a partire dai soldi delle restituzioni), denunce, maturità, pazienza. Si tratta di tutelare interessi collettivi, mai di parte, e questo lo facciamo a tutti i livelli, dal Governo al Parlamento, dai Consigli regionali ai Consigli comunali. Il trovarsi contro praticamente tutte le forze politiche, che ancora ci percepiscono come ‘diversi’, di fatto è una sorta di sigillo di qualità”