Si pubblica nota di Gino Troli, vicepresidente di Amat (Associazione Marchigiana Attività teatrali)
“Ero assessore alla cultura del Comune di San Benedetto quando in consiglio comunale l’allora sindaco Natale Cappella portò all’approvazione nel 1986 il progetto del Palariviera. Ricordo un dibattito acceso sul tema del solo ruolo turistico ( congressistica) o sulla funzione anche culturale. Alla fine si arrivò alla mediazione di un nome che mise d’accordo il consiglio ( io mi battei molto perché il destino culturale dell’opera fosse sancito anche dal nome!) : si chiamò nella delibera Palazzo dei Congressi e della Cultura.
Passarono molti anni prima di appaltare i lavori, si cominciò nel 1991, l’opera partì con i primi 15 miliardi di lire, poi furono fatte modifiche, nel 1996 il costo totale dell’opera si aggirava intorno ai 45 miliardi di lire, il Palazzo fu aperto non finito nel 1999 per Miss Italia, ben 13 anni dopo dall’approvazione del progetto. Dopo un accordo con una SPA privata il Palazzo dei Congressi e della Cultura chiuse di nuovo per i necessari lavori di trasformazione che in cambio di un uso ventennale prevedevano un intervento privato di 5 milioni di euro( un auditorium da quasi mille posti, una sala da 370, altre quattro da 150 ed ulteriori due, rispettivamente da 87 e 95 “poltroncine”). La nuova inaugurazione avvenne nel 2009 con grandi prospettive e progetti ambiziosi.
Sabato 25 Giugno sono tornato al PALARIVIERA e ho visto con i miei occhi la tristezza di un palazzo chiuso, di cinema disattivati, di una cattedrale immensa dove nessuno celebra più messa. Il magnifico concerto di Vinicio Capossela ha avuto però la magia di far rivivere la più grande sala per lo spettacolo esistente nelle Marche, chiusa da troppo tempo, mai utilizzata seconda le sue straordinarie potenzialità di contenitore per grandi eventi di turismo e di spettacolo, il Palazzo dei Congressi e della Cultura appunto, come fu concepito nel lontano 1986.
L’apertura di “” Nel cuore, nell’anima” con una grande festa della musica celebrata da uno dei più bravi cantautori italiani, voluta da questa amministrazione e organizzata dall’Amat con grande risposta di pubblico , ha dimostrato ancora una volta che San Benedetto deve ridare ai suoi spazi la centralità perduta, lo dobbiamo agli investimenti fatti negli anni e non possiamo passivamente assistere ad un territorio di centomila abitanti che non ha cinema e non valorizza una sala da mille posti. Capossela, citando sul palco
“ la città del Premio Ferré”,ha avuto la capacità di rammentare a tutti i presenti che San Benedetto ha bisogno di una svolta e di credere fortemente che dalla cultura può rinascere la sua vocazione turistica. Da sambenedettese e vicepresidente dell’Amat, dopo esserne stato presidente per molti anni, sento di dover perorare questa causa, so infatti che una serata come quella a cui ha assistito un pubblico in visibilio può fare miracoli ricordandoci che senza spettacolo non si può stare e che cinema, teatro, concerti sono linfa vitale per ogni comunità , per San Benedetto sono anche il motore indispensabile per ritornare ad essere principale polo turistico delle Marche”.