Negli ultimi tre mesi è proseguita incessantemente l’attività della Guardia di Finanza di Fermo nella missione di polizia economico-finanziaria, volta a tutelare non solo le entrate per i bilanci dello Stato e degli Enti locali, ma anche le imprese e i professionisti che operano nella piena e completa osservanza delle leggi.
In particolare, per individuare fenomeni di economia sommersa e soggetti con elevati profili di “pericolosità fiscale” e contrastare gli effetti distorsivi causati dall’evasione e dalle frodi alla concorrenza ed al mercato, i reparti del Corpo fermani hanno concretizzato un’attività informativa ed investigativa mirata e selettiva, avvalendosi di numerose banche dati, di riscontri eseguiti presso i soggetti economici e di un’accurata attività di controllo del territorio.
In tale contesto, sono stati svolti 21 interventi, tra controlli e verifiche, che hanno consentito di ricostruire compiutamente le basi imponibili sottratte a tassazione, sia ai fini delle imposte dirette (Ires, Irap) che indirette (IVA), dalle aziende controllate. È stata così constatata un’evasione di imposta per oltre un milione di euro, sono stati quantificati i reali redditi conseguiti e sono stati scoperti e denunciati alla locale Autorità Giudiziaria 6 evasori totali, sino ad oggi sconosciuti al Fisco.
Nel corso di tali interventi è stato accertato l’impiego di due lavoratori “in nero”, intenti a prestare la propria attività lavorativa presso i locali di due aziende operanti nella provincia; ai datori di lavoro delle due ditte verificate è stata irrogata una sanzione amministrativa pecuniaria per non aver comunicato preventivamente l’instaurazione del rapporto di lavoro, ai sensi dell’art. 3, comma 3, del D.L. n. 12/2002 (che reca disposizioni in materia di lavoro nero e irregolare), che prevede, nei casi più gravi, il pagamento della sanzione pecuniaria fino ad un massimo di 10.800 euro, per ciascun lavoratore irregolare.
A tutela dei distretti industriali e produttivi della provincia, i Finanzieri hanno focalizzato inoltre l’attenzione sulle attività presenti sul territorio che, operando come “terzisti”, usano il noto sistema di impresa “apri e chiudi”, che consente loro di avviare le lavorazioni per conto terzi per un periodo limitato di tempo, al termine del quale gli imprenditori, spesso irreperibili, non versano all’erario le relative imposte ed omettono, sovente, di presentare le dichiarazioni fiscali. In due casi, l’attività ispettiva eseguita nei confronti di società operanti nel settore della produzione di calzature ha portato alla scoperta di ricavi non dichiarati per 360.532,00 euro ed alla denuncia all’Autorità Giudiziaria dei responsabili, entrambi di nazionalità cinese, per omessa presentazione della dichiarazione dei redditi ed alla segnalazione all’Agenzia delle Entrate per l’accertamento definitivo.
Tra le numerose attività di servizio di questo inizio d’estate, le Fiamme Gialle fermane hanno anche intensificato i controlli in materia di memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei dati e dei corrispettivi all’Agenzia delle Entrate da parte degli operatori commerciali, effettuando 136 ispezioni e riscontando 16 irregolarità. Sono stati inoltre eseguiti 17 controlli in materia del regolare versamento dell’abbonamento radio televisivo canone speciale Rai, rilevando 13 irregolarità da parte degli esercizi commerciali ispezionati, i quali sono stati segnalati agli organi preposti della Rai per le successive contestazioni.
Infine, su delega della Procura della Repubblica di Fermo, i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno eseguito confische “per equivalente” di due autoveicoli, di disponibilità finanziarie e di quote societarie, per un valore di quasi 74mila euro, nei confronti di 4 cittadini italiani (rappresentanti legali ed amministratori di fatto di società), operanti nella provincia fermana, resisi responsabili in precedenza di reati tributari. Infatti, al termine di precedenti controlli, era stata accertata un’evasione di IRES ed IVA per oltre 1,4 milioni di euro e tutte le persone erano state denunciate all’Autorità Giudiziaria, ai sensi decreto legislativo 74/2000 (“Nuova disciplina dei reati in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto”), per aver emesso ed utilizzato fatture false e per aver omesso di presentare le dichiarazioni relative a dette imposte.
La confisca è una misura di sicurezza patrimoniale applicata nei confronti di un condannato, con sentenza passata in giudicato o per patteggiamento, per determinati reati (quali, ad esempio, taluni gravi reati fiscali) e consiste nell’espropriazione a favore dello Stato di beni, profitto o comunque pertinenti il reato, nella disponibilità del reo; quando ciò non è possibile in via diretta, è eseguita anche nella forma così detta “per equivalente”, che colpisce beni di cui il destinatario abbia anche la semplice disponibilità, per un valore corrispondente a quello del prezzo o del profitto del reato. Il sequestro di patrimoni illeciti, denaro, immobili o altri “beni rifugio”, assume un importante valore sociale, perché consente di restituire alla collettività le ricchezze accumulate illegalmente nel tempo.
Le condotte illecite sono attualmente al vaglio dell’Autorità Giudiziaria e, sulla base del principio di presunzione di innocenza, l’eventuale colpevolezza delle persone sottoposte ad indagine sarà definitivamente accertata solo ove interverrà sentenza irrevocabile di condanna.