CHIETI – Altissima precisione nell’esecuzione dell’intervento, degenza post operatoria più breve e con minore sofferenza: sono le caratteristiche che rendono il Robot Chirurgico Da Vinci Xi un gioiello tecnologico che vale un plus per il Policlinico di Chieti.
La sofisticata attrezzatura è in funzione da alcune settimane e viene utilizzata prevalentemente in campo urologico, anche se ha una vocazione multidisciplinare. Per questo a illustrarne le caratteristiche è Luigi Schips, direttore della Clinica Urologica e Professore ordinario di Urologia all’Università “D’Annunzio”: “Utilizziamo il robot da tempo e la nostra casistica è entrata nella produzione scientifica internazionale”, spiega. Quello acquisito in queste settimane è l’ultimo nato, il modello più evoluto e sofisticato nel campo della chirurgia mini invasiva, in cui il movimento delle mani del chirurgo, attraverso una consolle, viene trasformato in impulsi che vengono trasferiti alle braccia robotiche. Il sistema computerizzato consente di operare con piccole incisioni e offre maggiore precisione nella procedura di demolizione, soprattutto in caso di patologia oncologica, facilità di visualizzazione dei reperti anatomici e una ripresa più rapida. E’ una tecnologia preziosa per la nostra attività, in gran parte dedicata alle patologie oncologiche di prostata, rene e vescica, che ci impegnano nella ricerca di sempre nuovi approcci, sia chirurgici che farmacologici”. Attualmente sono in corso ben 4 studi clinici randomizzati internazionali incentrati sullo studio di nuove soluzioni terapeutiche per i pazienti affetti da carcinomi del distretto genito urinario; a tale ricerca la Clinica Urologica offre un contributo importante in termini di arruolamento di pazienti.
Solo nei primi 6 mesi di quest’anno 67 pazienti sono stati operati di prostatectomia radicale con approccio robotico, 56 pazienti sottoposti a nefrectomia parziale o radicale per tumori del rene e 246 pazienti con carcinoma della vescica hanno ricevuto un trattamento chirurgico endoscopico, mentre per altri 21 si è reso necessario un intervento radicale di cistectomia.