San Benedetto, il rombo dei motori per l’ultimo saluto a Lorenzo

Da angelo del mare ad Angelo del cielo. “Sarai un grande lifeguard anche da lassù”. Questa la dedica dei colleghi bagnini a Lorenzo Squillace, morto a soli 18 per una sospetta setticemia. Uno striscione e un palloncino a forma di cuore ha accolto l’arrivo del feretro nella chiesa di San Pio X, stracolma di gente per dare l’ultimo saluto al giovane sambenedettese. Le maglie rosse degli assistenti bagnanti hanno creato due ali attorno alla bara coperta di fiori bianchi. Una comunità commossa e sconvolta dalla prematura scomparsa di Lorenzo.  Anche Don Vincenzo Catani non è riuscito a trattenere le lacrime. “L’unica cosa sarebbe il silenzio, e far rimbombare dentro di sé emozioni, ricordi e tante immagini. Come quella fissa di Lorenzo che ho da bambino, dal suo battesimo a quando portavo la comunione ai suoi nonni saltava sul divano vivacissimo. Nel Salmo 129 c’è la parola grido, chi di noi in questo momento gridando non dice perché? Non c’è spiegazione logica o razionale. Viene solo voglia di gridare per il cuore squarciato. Ma il mio grido non è solitario perché anche Gesù ha gridato sulla croce, gridando padre! Non è una bestemmia, è una preghiera particolare e in questo momento la parola di Dio ci viene incontro con una delicatezza incredibile: nemmeno la morte potrà separarci dall’amore di Dio”. Lorenzo, ciao” ha concluso con la voce rotta dal pianto l’ex parroco. Prima dell’uscita del feretro hanno voluto salutare Lorenzo un caro amico di famiglia, la sua fidanzata e il capo scout del gruppo di cui faceva parte. Ognuno con il proprio ricordo di un ragazzo speciale, pieno di energia, un principe dagli occhi azzurri e dai capelli biondi. Fuori all’uscita della bara palloncini colorati e il rombo dei motori degli amici di sempre.