SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Non c’era Vittorio Cozzella alla ripresa degli allenamenti della Samb. Non è la prima volta che il direttore sportivo dopo il giorno di riposo si rivede direttamente di mercoledì, per la seduta doppia. Potrebbe essere così anche stavolta.
Di sicuro nemmeno oggi nessuna comunicazione sul caso che sta tenendo banco tra i rossoblù da domenica, dopo il faccia a faccia tra una delegazione di ultras e il diesse, invitato ad andarsene (dopo le contestazioni a più riprese al Riviera delle Palme) e a non presentarsi allo stadio per la gara contro il Porto d’Ascoli.
Oggi tutti in silenzio. In ogni caso Cozzella, amareggiato e scosso per le minacce, non avrebbe intenzione di dimettersi. Mentre il presidente Roberto Renzi, legatissimo al dirigente napoletano (che avrebbe dato una mano anche dal punto di vista economico), non sarebbe dell’idea di sostituirlo. In mezzo la piazza, o almeno la maggioranza, che imputa a Cozzella l’ennesimo momentaccio della Samb, a meno 8 dalla vetta del girone F di Serie D dopo 9 giornate.
E poi le solite voci. Quelle di rapporti non idilliaci tra lo stesso ds e mister Fabio Prosperi (scelto dopo il mancato accordo con Salvatore Campilongo) e di difficoltà economiche della società di Renzi, con un altro caso, quello dell’ex esterno del Pescara Alessio Rasi, per molti ennesima prova provata (il banco sarebbe saltato per un mese di rimborsi spese, e la cosa a Prosperi in primis non sarebbe piaciuta).
Non c’è mai pace in casa Samb.