Cozzella: “Minacciato, ora non dormo. Spero Abodi intervenga”

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Conferenza stampa in diretta del direttore sportivo Vittorio Cozzella.

Sto provando delle emozioni indescrivibili a San Benedetto, nel bene e nel male. Io per venire sono stato scortato, mi sembra assurdo vivere questo clima.

Perché questa conferenza? Ho ricevuto tante telefonate da voi e ci tenevo molto a non essere travisato. Domenica è accaduta una cosa sgradevole, non bella. Il calcio in questa cosa non c’entra, non esiste. Quattro domeniche fa è capitato ai giocatori e allo staff, presentandosi allo stadio dove si allenano. Domenica al San Giacomo dove eravamo in ritiro si sono presentati di una quindicina, venti persone.

Sono uscito per parlare ma ho trovato un muro di 15-20 persone che mi hanno insultato per 15-20 minuti senza lasciarmi la possibilità di parlare. La cosa mi ha tramortito psicologicamente.

Io ho 60 anni, ho subito contestazioni sia al nord che a sud. Anche qui, ma tutto deve restare nell’ambito dello stadio. Quando avviene io non l’accetto, non deve avvenire per i miei figli. E’ una denuncia che faccio perché i ministri dello sport e delle leghe calcio devono agire.

Quelle persone volevano uno spazio. Io non so cosa farò, io per tre giorni ho pensato ai miei figli. La mortificazione che si subisce quando si hanno 15 persone davanti a te. Questo non è calcio.

Mi rivolgo ad Andrea Abodi: presidente, lei si ricordi di questa vicenda qui, non deve più esistere.

Quando ti toccano dell’intimo, non so come descriverlo. Mi hanno chiamato dicendomi che gli ultras mi volevano parlare, e sono uscito per parlare. Io sono uscito per parlare perché il dialogo è la prima cosa. Mi auguro che queste persone non possano minacciare dopo una sconfitta i giocatori, i direttori, e i dirigenti.

Preferivo che mi avessero dato due schiaffi, piuttosto di quello che è accaduto.

Se mi chiedessero scusa? Io sono venuto qui scortato dalla polizia. Io ho atteso lunedì, martedì e mercoledì e ho avuto segni di affetto da tante persone che non si identificano in loro. Quei ragazzi pensano di stare nel giusto. Noi facciamo calcio, sport, il dialogo e la parola esiste in tutta Italia, qui si è creato qualcosa che non va bene.

Quattro domeniche fa lo hanno fatto ai calciatori.

Offeso o minacciato? C’è stato di tutto. Io in quella circostanza posso ricordare qualcosa, ma lì c’erano anche i dirigenti, lo staff e il presidente, e vi possono raccontare meglio quello che ho subito. Loro lo hanno fatto apposta, ma dico a tutti i tifosi e tutte le tifoserie che attraverso il dialogo che si ottiene qualcosa, non attraverso le minacce.

Io mi riservo di fare ogni tipo di azione.

L’unica persona che poi è riuscita a sbloccarsi è stato il presidente che cercava di fermare questa situazione. Vedevo che i calciatori scappavano da tutte le parti… prima di una gara, prima di una partita!

Nessuno ha fatto critiche costruttive, mi dicevano soltanto che non mi dovevo presentato allo stadio, dovevo andare via. L’unica frase che sono riuscito a dire è stata “scusate ma si fa così”.

Oggi sono così amareggiato e mortificato, proprio perché sto nel calcio da tanto tempo e ne ho vissuto di tutti i colori. Ma vi rendete conto se io alla loro offerta mi metto in macchina e me ne vado? Che ogni due sconfitte chiunque se ne va perché minacciato, prima io poi i calciatori poi i dirigenti e i presidenti.

Bisogna cambiare questa situazione.

Mi auguro che questa conferenza stampa arrivi ad Abodi, che ho conosciuto personalmente e so che è innovativo ed ora è ministro dello sport.

Se domenica partita mi portavo mio figlio vedeva per 10 minuti un padre insultato con le peggiori cose, questo è calcio? Vogliamo parlare di razzismo, bullismo? Io faccio un mestiere cercando di farlo nel migliore dei modi, ma se si sbaglia non ti devono uccidere se sbagli un gol. Non deve passare questo messaggio.

Non esiste in nessun posto d’Italia che si minaccino prima i calciatori e poi il direttore sportivo.

Mi rivolgo principalmente a loro che sono venuti, se hanno fratelli o figli che si avvicinano al calcio, che insegnamento danno: perdiamo la partita e ammazziamo l’allenatore?

Riappacificarmi? Io oggi sono in questo stato, magari stasera posso dire diversamente. Non ci deve stare che partono e vanno a minacciare calciatori, dirigenti e presidenti. E’ un linguaggio che non esiste.

Secondo voi se uno sbaglia la campagna acquisti deve essere minacciato? Io ho giocato a calcio, è il mio mestiere prendere contestazioni anche pesanti perché fa parte del mio lavoro ma so che se arrivano le vittorie poi le cose sono tranquille.

Ma fuori dallo stadio non esiste, io non ho fatto del male a nessuno, non devo aver paura di uscire con mio figlio.

LATO SPORTIVO Io domenica ho visto Avezzano-Fano, abbiamo giocato con Cynthialbalonga, Pineto e Trastevere. Io vedendo le prime credo che nessuna di loro ha la rosa della Samb, nessuno ha quattro attaccanti come Cardella, Chinellato, Emili e Vita.

Il mercato di dicembre troppo tardi? Io la rosa della Samb non credo che non possa avere undici giocatori che non vincono una partita.

Sulla carta la Samb è una squadra che viene accreditata, sul campo no, ma se vai a vincere 3-0 a Chieti che era prima in classifica, significa che non abbiamo paura.

Fuori casa evidentemente giochiamo diversamente che in casa, riuscendo ad avere risultati, perché dal punto di vista tecnico forse abbiamo questa caratteristiche.

Io domenica mattina, prima che succedesse quello che è accaduto, riflettevo sul fatto che magari abbiamo commesso qualche errore. Il calcio non è modulo di gioco, è interpretazione della partita di fronte all’avversario della domenica. Come si interpreta la gara fondamentale.

Io adesso che sto parlando del mio lavoro, sono un altro, perché questo è il mio amore. Io le dico una cosa: io ho sempre dichiarato che sono venuto qui per vincere il campionato, ma non significa che lo “devo” vincere. Se arrivo secondo, terzo o quarto ho fallito e vado via.

Io non ho problemi coi tifosi.

Con Prosperi sì, va tutto bene. Faccio gli esempi su di me perché non voglio che travisate, sapete quante volte abbiamo fatto a botte dentro gli spogliatoi per un errore o una sconfitta? Poi magari la sera si andava a cena assieme, perché il calcio è il nostro lavoro.

Rasi? Abbiamo ritenuto opportuno che tra quello che voleva e la nostra offerta c’erano delle differenze.

Il pagamento degli stipendi? Non voglio oggi entrare in ambiti del genere, perché oggi sono molto scosso.

Alboni? E’ in contatto giornaliero con il presidente.

Giocatori in difficoltà fisica? Purtroppo Migliorini doveva entrare in maniera graduale ma è stato inserito da subito, mentre Vita ha avuto una distorsione alla caviglia alla prima giornata e doveva recuperare ma ha dovuto comunque giocare.

La forma fisica? Ogni allenatore ha i suoi sistemi di allenamento.

Nessuno mi impedisce di tornare allo stadio. Il messaggio che io sia intimidito non deve passare. Io sono normale, è normale se vengo al campo. Come lo devo spiegare. Calcisticamente possiamo parlare di tutto, non deve esserci il dubbio. Chi ha dei dubbi si deve mettere a fianco di chi mi ha insultato.