Dopo varie pressioni, specie da parte delle opposizioni, a due settimane dalla prima forte scossa del 9 novembre, il Presidente Acquaroli ha inviato la richiesta dello stato di emergenza per il sisma iniziato lo scorso 9 novembre, sulla costa marchigiana settentrionale, ed ancora in corso.
Come anticipato durante il Consiglio regionale lo scorso giovedì, appena terminata una prima ricognizione si è proceduto ad inviare la richiesta.
Infatti come spiegato dal Presidente nel suo intervento, lo stato di emergenza deve essere suffragato da dati precisi e dettagliati per poter così rappresentare lo stato della situazione a seguito delle scosse. La prima fase della ricognizione si è completata lo scorso fine settimana e così, questa mattina, si è proceduto ad inviare la richiesta al ministro per la Protezione civile e le politiche del mare Nello Musumeci e al capo dipartimento nazionale della protezione civile Fabrizio Curcio.
“Le verifiche dei danni sono ancora in corso e i Comuni le stanno facendo pervenire – ha dichiarato il Presidenza – In questi giorni continuano ad arrivare le segnalazioni dai territori, anche a seguito del susseguirsi delle scosse che potrebbero ampliare gli effetti dei danneggiamenti segnalati già nelle prime ore. Man mano che le verifiche procedono sui territori si contano nuovi danni al patrimonio edilizio privato, pubblico e storico–culturale, alle strutture ed infrastrutture pubbliche, segnalati da molti Comuni in tutte le aree maggiormente colpite. Non appena sarà disponibile, trasmetteremo la ricognizione completa dei danneggiamenti e la documentazione più di dettaglio”, riferisce il presidente.
Nella lettera trasmessa a Roma, Acquaroli evidenzia come l’andamento del sisma, ancora in corso, stia determinando “conseguenze e ripercussioni sul territorio tali da dover richiedere risorse e poteri straordinari” previsti per gli stati di emergenza. ‘L’evento sismico registrato intorno alle 7 di mattina del 09 novembre 2022 – viene ricordato – ha raggiunto una magnitudo di 5.7: è la scossa più forte mai registrata nella costa settentrionale marchigiana da quella del 1930. L’epicentro del terremoto è stato localizzato al largo della costa delle Marche settentrionali, nella zona del Mar Adriatico davanti a Pesaro e Fano”.
Il governatore ha illustrato la sequenza sismica che si sta registrando, evidenziando come lo sciame sismico sia ancora in atto: “Nella mattinata del 20 novembre è stata registrata una scossa di magnitudo 4,3. Nell’immediatezza dell’evento il Sistema regionale di protezione civile si è prontamente attivato, la Sala Situazione Italia del Dipartimento della Protezione Civile ha avviato immediatamente il necessario raccordo operativo con le componenti territoriali e le strutture operative del Servizio nazionale della protezione civile”.