Il valore massimo toccato dalle polveri sottili è stato di 39 microgrammi per metro cubo d’aria, inferiore ai limiti di legge (pari a 50 microgrammi). Tale analisi, però, ha consentito di rilevare gli inquinanti attaccati alle polveri, con valori nettamente superiori a quelli di una situazione normale, oppure presenti con livelli di concentrazione importanti, particolarmente elevati nel caso di metalli e diossine. Questo il quadro che emerge dal monitoraggio effettuato dall’Arpam dopo l’incendio scoppiato alla Rimel il 5 dicembre e proseguito anche nei giorni successivi allo spegnimento, dal 7 dicembre a giovedì scorso. Il prelievo delle polveri Pm10 è stato effettuato vicino alla scuola materna di via Europa a Casette Verdini e a Pollenza Scalo. L’analisi ha riguardato gli Idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), metalli, diossine e Pcb (Policorobifenili) e Diossina simili. «Mentre le Pm10 non hanno rappresentato una particolare criticità – sottolinea l’Arpam – le classi dei composti ad esse legati hanno invece raggiunto livelli importanti nell’aria-ambiente, probabilmente anche in relazione alla tipologia dei materiali presenti nello stabilimento e interessati dalla combustione». In particolare, le concentrazioni degli Ipa a Casette Verdini di Pollenza – valori medi delle 24 ore – sono risultate apprezzabilmente superiori a quelle riscontrate nel periodo invernale in una stazione di fondo urbano presa come riferimento specie nei campioni prelevati tra il 6 e 7 dicembre e tra i giorni 8 e 10 dicembre (13,37 e 5,34 ng/m3). Confrontando i dati con i valori caratteristici della zona, nei primi giorni di monitoraggio sono risultate particolarmente elevate le concentrazioni di cadmio, nichel, piombo, cobalto, rame, zinco, stagno e antimonio. Nei campionamenti successivi al 10 dicembre, le concentrazioni dei metalli sono rientrate nei range di accettabilità. L’Arpam proseguirà i monitoraggi anche nei prossimi giorni, fino al ripristino dei livelli di normalità.